Tutti assolti. È il verdetto finale della vicenda Atalanta-Pistoiese, presunto scandalo riferito alla partita di Coppa Italia tra le due squadre, datata 20 agosto 2000. Tutto nasce da una mole eccessiva ed anomala di giocate nelle agenzie SNAI sull'accoppiata risultato primo tempo 1 – risultato finale X. Previsione giusta, per altro.

I FATTI. Nella vecchia formula della Coppa Italia, erano previsti, nelle fasi iniziali della competizioni, dei gironi eliminatori. Atalanta e Pistoiese si giocavano il passaggio del turno nell'ultima giornata: i bergamaschi comandavano il gruppo con sei punti, i toscani seguivano a quota quattro. Ai nerazzurri sarebbe bastato un pari. Il primo tempo si conclude col vantaggio della Dea grazie alla rete di Zauri, arrivata allo scadere della prima frazione; nel secondo tempo, invece, al 42', arriva invece il pari dei toscani, firmato da Girolamo Bizzarri, attaccante girovago ex Reggina e Brescia.

L'ESPOSTO E LE ACCUSE. L'agenzia di scommesse segnalano il caso al CONI, e immediati partono gli accertamenti sia della giustizia sportiva che ordinaria. Il Procuratore Federale FIGC, Carlo Porceddu, chiede il rinvio a giudizio per Banchelli, Doni e Siviglia dell’Atalanta, Alfredo Aglietti (oggi mister dell'Empoli), Max Allegri (attuale tecnico del Milan), Amerini, Bizzarri e Lillo della Pistoiese, e successivamente anche per Zauri e Gallo. Non vengono invece coinvolte le società Tutti accusati di “illecito sportivo”, per “essersi in concorso fra loro e con altri tesserati allo stato non identificati, in data anteriore e prossima al 19-20 agosto 2000, accordati per realizzare condotte illecite volte ad alterare ai fini delle scommesse lo svolgimento ed il risultato della gara di Coppa Italia Atalanta-Pistoiese, disputata a Bergamo il 20 agosto 2000”.

LE CONDANNE IN PRIMO GRADO. La sentenza di primo grado arriva il 23 marzo 2001, a 21 anni esatti, pura coincidenza, dagli arresti per lo scandalo-scommesse del 1980. Le condanne: un anno di squalifica per Aglietti, Allegri, Siviglia, Gallo e Zauri, sei mesi a Banchelli (ex atalantino passato all'Empoli), prosciolti Amerini, Bizzarri, Doni e Lillo.

LE ASSOLUZIONI DEFINITIVE. Il 10 maggio 2001, invece, arriva una buona notizia: tutti assolti, nessuna condanna. Si conclude così, per la giustizia sportiva, la vicenda.

LE PAROLE DI RANDAZZO. Nell'ottobre 2009 a Bergamo si parla nuovamente dei fatti. Giacomo Randazzo, storico dirigente atalantino, nel suo libro 30 anni con l'Atalanta, riapre la questione. Randazzo, infatti, scrive di avere “il grandissimo dubbio che l'illecito sia stato commesso con il coinvolgimento di altri giocatori e,forse degli stessi allenatori delle due squadre” “È un dubbio che mi porto dietro e che nessuna sentenza, rispettabilissima ed enunciata da grandi giuristi, riuscirà a rimuovere”. Ed ora un nuovo scandalo coinvolge un tesserato nerazzurro. 

Sezione: Altre news / Data: Gio 02 giugno 2011 alle 20:00
Autore: Luca Bonzanni
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