Il fatturato dell’Atalanta supera per la prima volta i 100 milioni di euro grazie alle cessioni. Il club nerazzurro ha infatti chiuso l’esercizio al 31 dicembre 2017 con ricavi per 147,7 milioni di euro e un utile record da 26,7 milioni di euro.

«Il valore della produzione per l’esercizio chiuso al 31/12/2017 ammonta a € 147.702.000 ed è composto per € 7.303.536 dai ricavi delle prestazioni, per € 2.224.540 dalla capitalizzazione dei
costi sostenuti per il settore giovanile e per € 138.014.627 dagli altri ricavi – si legge nella nota integrativa del bilancio dell’Atalanta -. Tra gli altri ricavi si segnalano le plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori (46,7 milioni), i ricavi per sponsorizzazioni (€ 14,1 milioni), i proventi televisivi e quelli non audiovisivi (€ 55,5 milioni di cui 8,8 milioni relativi alla Europa League), i ricavi da trasferimento temporaneo calciatori ad altre società (€ 6,4 milioni), ricavi vari (€ 11,3 milioni tra cui si segnala premi di rendimento per € 6,6 milioni e di valorizzazione per € 4,0 milioni)».

Tra le plusvalenze, gli affari principali hanno riguardato le cessioni di Caldara (14.872.787 di plusvalenza), Conti (20.376.893), Bastoni (10.599.999), Gasperoni (660.588); Gouano (130.000) e Castellano (49.999). Il mercato, inoltre, ha portato anche premi di rendimento per 6,5 milioni (De Roon € 1.000.000, Gagliardini € 2.000.000, Kessie € 1.000.000 e Conti € 2.500.000) premi di valorizzazioni per € 4.000.000 (Caldara). Infine, i ricavi derivanti da calciatori in prestito ad altre squadre ammontano a 6,3 milioin di euro e sono riferiti a Gagliardini (2.000.000), Sportiello (333.333), Kessie (2.500.000), Paloschi (925.000), Cabezas (51.429), De Luca (138.000) e D’Alessandro (350.000).

I costi sono saliti a 104,8 milioni di euro, dai 79,0 milioni del 2016. I costi sono riferiti principalmente alle spese per il personale, che sono saliti da 41 a 53 milioni di euro. In particolare, i compensi contrattuali dei calciatori sono cresciuti da 27,6 a 35,5 milioni di euro mentre per i tecnici da 3,5 a 5,3 milioni di euro, per effetto anche di bonus (Premi Individuali Stagione Sportiva 16/17 per € 3.725.950 e Premi Individuali Stagione Sportiva 17 /18 per € 3.537.205).

L’EBITDA è risultato positivo per 67,3 milioni, mentre l’EBIT della società è risultati positivo per 42,8 milioni. Al termine dell’esercizio per effetto delle componenti sopra esposte la società ha registrato così un utile di 26.728.730.

Continua quindi l’importante impatto delle plusvalenze sui conti dell’Atalanta. Aspettando gli affari Gagliardini (la cui cessione a 20,5 milioni entrerà nel bilancio 2018, come spiegato nella nota integrativa) e Kessie, i nerazzurri hanno avuto un impatto dalle plusvalenze pari al 31,6%. In particolare, negli ultimi tre anni le plusvalenze hanno permesso sostanzialmente di coprire i compensi contrattuali dei calciatori.

Dal 2000, le plusvalenze hanno avuto un peso pari al 30,4%: 302,3 milioni di euro dalle cessioni su un fatturato complessivo pari a 993 milioni di euro. La media è di circa 15,9 milioni di euro di plusvalenze su 52,2 milioni di euro di ricavi.

La cessione di Gagliardini dovrebbe rappresentare la più alta plusvalenza realizzata dalla storia dei nerazzurri per quanto riguarda soprattutto i giovani del vivaio: sul podio la cessione di Conti e quella di Caldara.

Sezione: Altre news / Data: Mer 20 giugno 2018 alle 19:00 / Fonte: Matteo Spaziante - Calcioefinanza.it
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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