IL CENTROCAMPISTA RACCONTA IL SUO ESORDIO ASSOLUTO CONTRO LA ROMA: “E' ANCORA PIÙ BELLO ESORDIRE CON LA SQUADRA IN CUI SONO CRESCIUTO. LO DEDICO ALLA MIA FAMIGLIA E AL MIO COMPAGNO ABBADATI”
“Grazie all'Atalanta ho realizzato il sogno che avevo fin d bambino, ora lavorerò perché diventi un punto di partenza”. Alberto Grassi non si dimenticherà mai Atalanta-Roma di sabato che lo ha visto esordire in prima squadra e in Serie A prendendo il posto di Baselli a metà secondo tempo. Grassi ha 19 anni di cui oltre la metà li ha passati vestendo la maglia nerazzurra ed è un prodotto del vivaio atalantino, l'ennesimo cresciuto sui campi di Zingonia e arrivato ad esordire in prima squadra. Quest'anno è già l'ottavo ragazzo prodotto del vivaio ad essere utilizzato in campionato da Colantuono a dimostrazione di come il Settore Giovanile continui a essere un serbatoio preziosissimo per la prima squadra.
Alberto, cosa hai pensato quando sei entrato in campo sabato?
“Che si avverava il sogno che avevo fin da bambino. E' stata una grandissima emozione e ringrazio l'Atalanta che mi ha permesso di realizzarlo dopo tutta la trafila nel vivaio, mister Colantuono che mi ha dato fiducia, tutte le persone che mi hanno aiutato a crescere nel settore giovanile, a partire da Mino Favini. E naturalmente ringrazio anche i miei compagni che mi hanno sempre aiutato e anche sabato mi hanno tranquillizzato. Esordire in A con la squadra che ti ha cresciuto è ancora più bello. Ripenso ancora a quando l'Atalanta mi prese dieci anni fa dall'Augusta: e ho avuto la fortuna di cominciare con il maestro Bonifaccio, una persona davvero straordinaria”.
Ritorniamo al momento in cui Colantuono ti ha chiamato per entrare. Emozionato?
“A dire il vero ero più agitato quando mi ha mandato a scaldarmi nel primo tempo. Poi col passare del tempo mi sono tranquillizzato. In settimana c'era stata qualche avvisaglia che poteva essere la partita buona per me per esordire, visto che a centrocampo c'erano diverse assenze. Poi quando sono entrato la prima palla toccata, un appoggio a Moralez, mi è servita per rompere subito il ghiaccio e alla fine posso essere contento per l'esordio, anche se poteva il risultato poteva essere migliore”.
Colantuono cosa ti ha chiesto quando sei entrato?
Mi ha detto di entrare in campo tranquillo, di stare sereno e di giocare come sapevo. Devo dire che da dentro ti accorgi di come i ritmi rispetto a quelli a cui ero abituato io nella Primavera, sono molto più alti. Ora so che dovrò lavorare con ancora più determinazione perché questo non sia un punto d'arrivo, ma diventi un punto di partenza”.
Hai un pensiero, una dedica per questo esordio?
“Sicuramente alla mia famiglia. Sabato è stato ancora più speciale perché allo stadio c'erano i miei genitori, mio fratello, mio nonno e un paio di amici. E sicuramente mio papà sarà stato più emozionato di me. E poi una dedica speciale va ad Abba (Nicola Abbadati, ndr), il mio amico e compagno della Primavera. E' stato tra i primi a scrivermi per complimentarsi dopo la partita”.
Immaginiamo tanti complimenti.
“Tantissimi, a partire dai compagni subito nello spogliatoio. Pensate che Stendardo non era riuscito a farmeli dopo la partita e mi ha chiamato alla sera per congratularsi. Ho dei compagni davvero fantastici. E poi ho sentito tante persone, anche miei ex allenatori come Gallo mi hanno scritto e mi ha fatto davvero piacere”.
Ora i tuoi obiettivi quali sono?
“Semplicemente continuare su questa strada, allenandosi sempre bene e cercando di essere ancora utile per la squadra”.
Autore: Twitter @tuttoatalanta / Twitter: @tuttoatalanta
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