Una retrocessione e una promozione. Un rapporto strettissimo con uno dei profeti del calcio totale arrivato troppo in anticipo sui tempi e ripudiato in fretta, ma anche con l'uomo della pronta risalita della Bergamo del pallone al piano di sopra. E oggi, dopo mille peripezie in giro per lo Stivale, un presente americano. Come allenatore di una scuola calcio affiliata al Milan e delle giovanili di un club californiano, nonché socio in affari di una moglie a stelle e strisce. Cristiano Scapolo, atalantino dal 1993 al 1995 tra Francesco Guidolin, la coppia dal salvagente bucato Andrea Valdinoci-Cesare Prandelli e l'eroe di ritorno Emiliano Mondonico, festeggia il birthday numero 41 della serie. E mentre sotto le Mura qualcuno si chiederà ancora quale fosse il suo vero ruolo, tra esterno sinistro di centrocampo o fantasista da piazzare dietro l'attacco, l'ex di una lunga e colorita sfilza di squadre tra cui Inter, Vicenza, Ravenna, Atalanta, Bologna, Roma, Napoli, Legnano e Meda si guarda alle spalle senza rimpianti. Una carriera densa di avvenimenti, per il mancino dotato di corsa e tecnica fuori dal comune quanto difficilmente inquadrabile negli schemi un po' rigidi di un calcio forse meno evoluto di lui.

Nato a Varese il 5 ottobre 1970 e cresciuto nel Laveno Mombello, da tifosissimo del Milan si trovò a magiare pane e calcio nei rivali metropolitani con la maglia nerazzurra. Quella dell'esordio ai massimi livelli, ad Ascoli, il 4 febbraio del '90. Segno del destino o no, quelle tinte le avrebbe indossate anche nel capoluogo di provincia ombreggiato dalle Orobie. Nell'estate del 1993 all'insegna della rivoluzione della zona, allora tattica di nicchia praticata solo dalle big (vedi Milan sacchiano prima e capelliano poi) e accartocciata sulle varianti spiegazzate di Maifredi e Galeone. Nonostante il puntualissimo killer Maurizio Ganz, un Paolo Montero alle prime armi e un Franck Sauzée addirittura reduce dalla sua Coppa dei Campioni marsigliese, repentino cambio della guardia e puntuale caduta nel baratro. Da cui la Dea e lo stesso Scapolo si sarebbero risollevati solo con il ribaltone al vertice – da Antonio Percassi atto I a Ivan Ruggeri – e l'intervento taumaturgico del Baffo di Rivolta. Quindi la nuova avventura sotto le due Torri, preludio a un cammino ancora lungo e chiuso a 34 primavere. Il palmarès sotto il segno della ninfa più veloce del mito? 16 presenze e 2 reti (alla prima e alla terza giornata, nel 5-2 al Cagliari e nel 2-1 alla Reggina, sempre in casa) in A, 18 e 4 in cadetterìa. Abbastanza per farsi ricordare, un po' come quei capelli al vento durante le lunghe fughe sulla corsia. Augurissimi.

Sezione: Auguri a... / Data: Mer 05 ottobre 2011 alle 10:00
Autore: Simone Fornoni
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