Andrea Sottil è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Sottil è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Torino e ha giocato in prima squadra dal 1992 al ‘94 e poi in altri club tra i quali l’Atalanta dal ‘96 al ‘99, attualmente è l’allenatore del Siracusa. Con lui abbiamo parlato delle sue ex squadre che si affronteranno domenica all’ora di pranzo e di come sta andando il suo Siracusa.

Fra Torino e Atalanta ci sono otto punti in classifica a favore dei nerazzurri e i granata nelle ultime giornate sembrano aver smarrito l’andamento positivo avuto per buona parte del girone d’andata. Come vede questa sfida?
“Ci sta che il Toro dopo una buona partenza con partite disputate in modo brillante e giocando un buon calcio, fra i migliori a mio parere con il Napoli, e dimostrando di avere qualità e ottenendo risultati straordinari viva un periodo di appannamento. In Italia le partite sono sempre intense e questo può provocare una minore brillantezza, anche se, secondo me, ho visto delle partite perse dal Toro pur non meritando la sconfitta e a causa di episodi. Detto questo, domenica affronterà una squadra in grandissima salute, la più in forma del campionato in termini di prestazioni e che ottiene ottimi risultati. Ho grande ammirazione per Gasperini che fa giocare alle sue squadre un calcio bellissimo, aggressivo, spregiudicato e molto organizzato. L’Atalanta è una realtà dove i giovani trovano spazio e questo dimostra coraggio e compattezza da parte della società che fa esordire in prima squadra ragazzi del ’99 che si fanno trovare pronti per la serie A. Questo vuol dire che funziona tutto, la base della squadra, gli innesti e che c’è armonia in società, quindi, al Grande Torino arriverà un’Atalanta in grande spolvero, però, penso che il Toro farà sicuramente una gara da Toro perché deve ritrovare il risultato e mi aspetto di conseguenza una bella partita”.

Il Torino era partito con l’ambizione di provare a raggiungere l’Europa League valorizzando giovani e ridando spolvero ad altri giocatori e a ottobre Mihajlovic aveva detto che la squadra era al cinquanta per cento, ma pochi giorni fa ha ripetuto che la percentuale è rimasta la stessa. Questa mancata crescita da cosa può essere dipesa?
“Provo grande ammirazione e rispetto per Mihajlovic perché lo trovo un allenatore molto valido e quando è arrivato al Toro, da ex ragazzo del Filadelfia, ero contento poiché è uno da Toro, ha un grandissimo carisma e molta personalità e riesce a trasmettere tutto questo alle sue squadre. Infatti, la squadra gioca sempre le partite per vincerle e questo lo si vede proprio in campo. Cairo, secondo me, ha messo a disposizione di Mihajlovic una squadra importante, ci sono degli ottimi giocatori che hanno grandissima qualità come Iago Falque e Belotti, quest’ultimo è il centravanti del momento sicuramente, mentre Ljajic è un talento che deve ancora trovare le armonie e le alchimie giuste per esplodere, ma è un ragazzo assolutamente di grandissima prospettiva. Pochi giorni fa è stato preso Iturbe che è un grandissimo giocatore anche lui, in mezzo al campo sono tutti bravi e dietro hanno trovato in Barreca un ragazzo che è una piacevole scoperta e con un brillante futuro davanti. Mihajlovic ha una squadra con alternative importanti, se dice che è al cinquanta per cento è così perché nessuno più di lui, che li vede tutti i giorni e li allena, può saperlo. Se parla di cinquanta per cento allora vuol dire che non è contento di qualche giocata, sincronismo, movimento. Questo può dipendere da tante cose, quando si ottengono risultati postivi si viaggia sulle ali dell’entusiasmo e, quindi, come si dice in gergo tennistico, non si ha il braccino corto, ma si va a tutto braccio azzardando qualche giocata in più e si prende qualche decisione più spregiudicata dovuta proprio ai risultati positivi. Quando, invece, s’incappa in due-tre risultati negativi il braccio diventa più corto, si osa di meno, si ha paura di azzardare qualche cosa, sto dando ovviamente una lettura da esterno e provo a immaginare quali possano essere i motivi che frenano la squadra in questo periodo. Forse qualche giocatore che ha tirato nella prima parte della stagione ha una condizione meno brillante e di conseguenza tutta la squadra entra in un periodo opaco. Comunque ritengo che Mihajlovic abbia il carisma e le competenze per far riprendere al Toro il cammino che aveva intrapreso. E’ chiaro che ci può essere qualche cosa all’interno che l’allenatore ha visto e che gli ha fatto dire che la squadra è ancora al cinquanta per cento e non c’è stata quella crescita che tutti s’aspettavano e che prima di tutti lui s’aspettava e, quindi, c’è qualche cosa da rivedere”.

Vista la situazione e con il mercato aperto un allenatore per accrescere il potenziale della squadra si aspetta rinforzi?
“Personalmente il mercato invernale non mi piace perché disturba e crea situazioni antipatiche all’interno dello spogliatoio, i giornali sono pieni di nomi di possibili nuovi giocatori, ma è chiaro che il Toro ha già fatto un grandissimo acquisto con l’arrivo di Iturbe che in attacco rappresenta per Mihajlovic un’alternativa importante. Poi sicuramente l’allenatore avrà dato delle indicazioni per far salire la percentuale della crescita che non si è ancora incrementata e che potrebbe aumentare con l’inserimento di un giocatore che si collochi all’interno di un reparto che Mihajlovic ritiene che debba essere completato, rinforzato in modo che si aumenti la qualità e la personalità e che la squadra nel collettivo cresca come lui ritiene che debba avvenire”.

Una vittoria servirebbe a entrambe le squadre, sul piano tattico sarà una gara all’insegna dell’agonismo oppure un match simile a una partita a scacchi con mosse e contromosse per spuntarla?
“I due allenatori non giocano gare d’attesa o a scacchi, magari poi la prepareranno in maniera diversa, ma le squadre di Mihajlovic sono sempre state aggressive, scalano in avanti e fanno la partita per imporre il proprio gioco, stesso discorso vale per Gasperini che non è attendista e odia il calcio giocato all’indietro ed è tutto aggressione e ripartenze riconquistando palla e verticalizzando. Mi aspetto una bella partita, poi, magari sarò smentito dal campo, ma conoscendo le metodologie e il concetto che hanno del gioco i due allenatori e avendo visto molte partite disputate dalle loro squadre penso che a livello mentale arriverà alla gara meglio l’Atalanta, che negli spazi è devastante perché ha giocatori come il Papu Gomez e Petagna e altri che sono calciatori di qualità e che sanno inserirsi negli ultimi trenta-venti metri, soprattutto il Papu Gomez sa inserirsi tra le linee diventando pericoloso. Ma è altrettanto vero e sono convinto che il Toro farà una grande prestazione anche perché giocherà davanti al suo pubblico, il risultato è poi figlio di tante situazioni, ma il Torino farà il Toro spinto dai suoi tifosi, che sono sempre stati e sempre saranno l’uomo aggiunto soprattutto quando ci sono delle difficoltà e il Grande Torino sarà un vero fortino”.

Cambiando argomento, soddisfatto di come sta andando il suo Siracusa?
“Stiamo andando bene, abbiamo avuto una partenza difficile, ma adesso siamo al decimo posto e il nostro obiettivo è la salvezza. L’anno nuovo è iniziato con un pareggio in casa, ma la squadra è cresciuta molto e dobbiamo concentrarci sulla salvezza mantenendoci lontani dalla zona calda della classifica”.

Sezione: Calciomercato / Data: Ven 27 gennaio 2017 alle 20:00
Autore: Redazione TA - twitter: @tuttoatalanta
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