Qualche anno fa Mino Favini era pronto a lasciare la sua Atalanta. Il suo compito, quello di allevare giocatori, era stato sminuito. Ingiustamente, perché il dirigente nerazzurro è certamente uno dei migliori nel suo ruolo. C'è un motivo per cui negli ultimi due decenni, dal 1991, il settore giovanile atalantino ha sfornato così tanti giocatori di livello. Gli ultimi sono Sportiello e Zappacosta, ma dietro c'è davvero una marea di nomi: Consigli, Bonaventura, Morfeo, Zauri, i gemelli Zenoni, Montolivo, Lazzari, in parte anche Pazzini (che però prima era in Toscana), Pelizzoli. E tanti altri.

Favini gioca un ruolo attivo, in questo processo decisionale. In quella che è una fabbrica di uomini più che di calciatori, tutti con un certo pedigree e certe qualità. Così, quando qualche anno fa era stato messo alle corde, aveva pensato di andarsene. Nonostante le tantissime smentite della società, perché qualche volta i no comment valgono più di mille parole. Così, la notizia (data dalla Gazzetta dello Sport) che Favini voglia ritornare al Como - magari da massimo dirigente - è sì un fulmine a ciel sereno, ma neanche troppo. Vero è che il settore giovanile è tornato quasi completamente sotto la sua competenza, ma è altrettanto pacifico che l'approdo di Costanzi mano a mano toglierà poteri: d'altronde se il Chievo è arrivato a vincere uno Scudetto Primavera investendo infinitamente meno degli altri qualcosa vorrà pur dire.

I gialloblù però non creano giocatori, perlomeno non a livello dell'Atalanta: a Bergamo Costanzi ha una sfida davanti un po' differente, e i frutti del suo lavoro arriveranno col tempo. Ora, con la notizia che la società bergamasca vuole un incontro per confermare Favini, si può reagire in due maniere. Una di sdegno, perché sembrerebbe quasi che l'Atalanta voglia farlo fuori, e questo non è vero. Oppure accettare che il tempo passa e che Favini, anni 79, possa anche non essere più indispensabile dopo un Giubileo in nerazzurro. Tutti grati per la sua competenza, ma la carta d'identità non mente.
Le posizioni non sono compatibili, sia chiaro: comprensibile, invece, che l'Atalanta possa voler cambiare qualcosina. Ma è la voglia di chiudere il recinto con il cavallo già fuori (recuperabile, per carità) che ogni volta sorprende.

Sezione: Altre news / Data: Ven 22 maggio 2015 alle 11:00 / Fonte: Andrea Losapio - TMW
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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