L'Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe rivedere l'uso delle mascherine. Stando a uno studio del MIT (Massachusetts Institute of Technology di Boston), le goccioline emesse da un colpo di tosse da uno starnuto possono viaggiare nell'aria per più tempo rispetto a quanto si pensi, fino a sei/otto metri. "Le principali vie di trasmissione del virus sono quelle per via droplet e contatto. Il dato, per quello che oggi possiamo sapere, è che queste sono le principali vie di trasmissione del contagio. In questo momento non abbiamo evidenze che il virus circoli nell'area, se non in determinati contesti", la risposta a questa notizia dell'Istituto Superiore di Sanità nel corso della conferenza stampa di questa mattina. Il tema però è di grande discussione, e in un ulteriore passaggio l'ISS ha spiegato che molte aziende, in questo momento, stanno convertendo la loro produzione.

Ieri una ordinanza dell'Alto Adige ha posto come condizione obbligatoria l'uso delle mascherine?
"In questi giorni questo tema è oggetti di vari interventi e io credo che la prima riflessione da fare è questa: oggi ci sono tre grandi tipologia di mascherina, le ffp2 e le ffp3 che si usano per professionisti che sono soggetti a determinati rischi. I filtranti facciali hanno degli standard che devono essere garantiti. Poi ci sono le mascherine chirurgiche e anche queste hanno delle caratteristiche, che vengono definite da normativa nazionali e internazionali, e danno la garanzia di protezione da virus e batteri. Anche queste hanno standard particolari e sono divise a loro volta in tre categorie: una con un livello più basso di filtraggio, per la popolazione, ma sempre dispositivo medico. altre destinate solo al personale sanitario. Poi un'ulteriore categoria; mascherine che filtrano che non hanno standard particolari e quindi possono essere adottate da qualsiasi produttore. Le mascherine devono avere alcune caratteristiche soprattutto di filtraggio e su questo s'è creata una richiesta da parte del paese di riconversione produttiva. Ciò che fanno queste aziende è certificare tutti gli standard necessari e delle prove che questo filtraggio funziona e poi vengono autorizzate a produrre. In questo momento, abbiamo autorizzato 50 aziende a produrre mascherine. Il 1° aprile una ditta lombarda ci ha sottoposto la domanda e oggi ha iniziato la produzione e la commercializzazione e con questa rapidità ci comportiamo anche con le altre. Però le prove di filtraggio non sono burocrazia, ma la garanzia che quelle mascherine siano sicure e rispettino certi standard una volta commercializzati".

Sezione: Altre news / Data: Ven 03 aprile 2020 alle 14:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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