Non è una novità che di soldi non ce ne siano, e per questo il mercato la tirerà fino all’ultima settimana, come e più di sempre perché ognuno vuole provare a fregare l’altro e tenta con la tattica dell’acqua alla gola, che però a ben vedere l’acqua alla gola ce l’hanno tutti allora non si capisce perché una volta ogni tanto non provino quantomeno a fare affari guadagnandoci un po’ tutti, come in quei fantacalcio dove ogni giocatore la propone al ribasso all’altro e alla fine nessuno stringe niente in mano.
La Juve è su Scamacca, l’Inter aspetta di poter avere i fondi per Gomez, il Milan è vicino a Meitè. Eppure, siamo sicuri che sia questa la strada giusta?
La Juventus vuole il vice-Morata, per Scamacca c’è l’accordo con il giocatore, ma si devono ancora convincere le controparti societarie. Ma è davvero quello che serve? Perché la Juve senza Morata ha dimostrato di avere un sacco di soluzioni alternative non esattamente simili a Morata, come è normale che sia quando puoi girare Dybala, Chiesa, Kulusevksi, e ci sarebbe anche Bernardeschi, e allora davvero serve più il settimo attaccante? Perché a centrocampo la Juve continua a essere scoperta, al punto che ormai Pirlo gioca 4-4-2 con palla che scavalca la cabina di regia (quale?) per essere recapitata al contropiede delle ali pronte a entrare. Se McKennie può aver coperto la casella del medianone, non servirebbe più alla Juve magari qualcuno che inventi in mezzo? Tipo, ad esempio, Gomez.
Che ha già l’accordo con l’Inter. Che ha per ora rifiutato l’offerta da 4 milioni dalla Fiorentina, nonché quelle nuove dal Medio Oriente. E per cui l’Inter aspetta di liberare ulteriori fondi dopo aver lasciato partire Nainggolan, perché il diktat è autofinanziamento o muerte. Ora, Gomez dove lo metti sta, e ti rinforza a prescindere, quindi se l’Inter lo prende fa solo bene. Ma siamo sicuri che sia la cosa di cui ha più bisogno? Non solo perché avrebbe un Eriksen inutilizzato, nonché interni di palleggio come Sensi e Barella. Ma perché se a Lukaku viene un raffreddore, non sa chi metterci, sperando che nel frattempo il raffreddore non sia già venuto a Alexis Sanchez perché a quel punto mancherebbe anche numericamente - e meno male che la rosa era ampia. Pinamonti dovrebbe finire al Benevento, dunque all’Inter un bucaniere d’area senza pretese serve, altro che no.
Il Milan che ha dovuto rattoppare un sacco di pezze è vicino a Meité, che al Torino non dispiacerebbe dare via al prezzo giusto dopo l’ultimo anno e mezzo deludente. Ci sono tre competizioni da giocare quindi allargare il parco male non fa, ma siamo sicuri sia quello che serve di più? Ovviamente no, e l’infortunio di Simakan mette in pericolo i piani. Ma è ovvio che ci si è appesi a Gabbia e Kalulu per grazia di Pioli ricevuta, e non si può sperare sempre nei miracoli del frate di Milanello. Il difensore centrale è la priorità assoluta, tutto il resto è secondario.
Anche perché il Milan è incredibilmente a un passo da un traguardo pazzesco per essere solo alla diciottesima giornata.
La statistica non mente. Se il Milan vincerà alla prossima a Cagliari sarà già campione d’inverno.
E se questo non vuol dire molto in chiave scudetto, vuole però dire tutto in chiave Champions League.
Possiamo infatti affermare che se il Milan sarà campione d’inverno - la prossima settimana o quella dopo - i milanisti potranno già festeggiare quantomeno il ritorno in Champions League dopo 8 lunghi anni.
I numeri sono quelli. In 88 edizioni del campionato a girone unico, solo 1 volta su 88 il campione d’inverno addirittura non è finito sul podio.
Basta arrivare quarti per entrare in Champions. Quell’unico campione d’inverno fuori dal podio a dire il vero finì fuori anche dal quarto posto, la Juventus del 1936 che arrivò quinta.
Ma è 1 su 88.
Significa che se il Milan vincerà a Cagliari lunedì prossimo avrà il 98.6% di possibilità di tornare in Champions l’anno dopo. Che è solo l’inizio per questo 2021. Ma che bella maniera di iniziare l’anno.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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