Serve sempre un punto di riferimento, soprattutto se hai la necessità di attraversare uno dei periodi più complicati della tua storia recente. Inizia così la storia tra l'Atalanta e German Denis, attaccante argentino già visto a Napoli e a Udine, ma che riuscì a trovare la propria dimensione in quel di Bergamo. Nel 2011 il club nerazzurro fu travolto dallo scandalo calcioscommesse, con uno dei simboli della squadra coinvolto: c'era da rimpiazzare Cristiano Doni, anzi bisognava ritrovarsi in qualche modo. Per cancellare un episodio sgradevole, ma soprattutto per poter raggiungere la salvezza senza problemi.

Per farlo c'era però bisogno di un giocatore in grado di mettere a segno almeno 10 gol, un punto di riferimento su cui potersi appoggiare nel momento di maggiore difficoltà. Fu Pierpaolo Marino l'artefice della trattativa: responsabile dell'area tecnica e poi direttore generale orobico, Marino cercò in tutti i modi di convincere il bomber albiceleste a trasferirsi. Nonostante i 4 gol nella stagione precedente, Denis si stava ambientando a Udine e non aveva intenzione di cambiare aria.

Ad ogni modo il direttore convinse il calciatore a sposare la causa atalantina: prestito con diritto di riscatto fissato a circa 5 milioni di euro, subito esercitato visto lo score con cui si presentò. Sedici i gol al termine della prima stagione - record personale nella sua carriera in nerazzurro - e la fiducia di tutto l'ambiente. D'altronde un giocatore con quel fisico e quel modo di interpretare il ruolo diventa inevitabilmente un punto di riferimento. Nel novembre 2015 segnò la sua ultima rete, nella sessione invernale tornò in patria lasciando il testimone nelle mani del connazionale. Dal bomber al 'Papu', ma con la stessa voglia di conquistare Bergamo.

Sezione: Calciomercato / Data: Sab 04 aprile 2020 alle 15:30 / Fonte: Patrick Iannarelli
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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