Ma chi è? Marten De Roon, Marten De Roon. Il titolo, per chi conosce l'ambiente, non è casuale: il coro dedicato al centrocampista olandese è sulle famosissime note di Ufo Robot!, cartone anni '80 che ha appassionato intere generazioni. Di sicuro il numero 15 nerazzurro non si trasforma in un vero e proprio robot, ma ha letteralmente mandato su Marte tutto il pubblico presente al Gewiss Stadium col gol del 2-2 in pieno recupero. Una girata da attaccante vero, un «razzo missile» che ha permesso alla Dea di riprendersi quello che il destino gli aveva tolto con Beto qualche giorno prima, sempre sullo stesso campo.

Una rete pesante come un macigno
Serviva dare continuità alla vittoria contro la Sampdoria, ma giocarsela con la Lazio non è stata un'impresa semplice per gli uomini di Gian Piero Gasperini. È stata necessaria una prestazione maiuscola da parte del gruppo, soprattutto nel momento di maggiore difficoltà dopo la rete messa a segno da Ciro Immobile. La testa, come ribadisce sempre il tecnico dei bergamaschi, non è mancata nemmeno contro la compagine capitolina: un punto sudato e ottenuto in rimonta contro una rivale per la corsa alla Champions League.

Duttilità ed essenza nel momento del bisogno
Gol a parte, Marten De Roon si è calato alla perfezione nello spirito bergamasco. Dai giri di campo a fine partita nonostante il punteggio - abitudine consolidata nel tempo - alla cattiveria agonistica messa sul terreno di gioco per rispettare il diktat sulla divisa orobica, ovvero "La maglia sudata sempre". Con l'emergenza in difesa l'olandese si è calato nei panni di capitano morale, mettendosi nei tre centrali e sacrificandosi in un tour de force che terminerà con Manchester United e Cagliari. Non sarà un miracolo di elettronica (la fatica non manca), "ma un cuore umano ha".

Sezione: Copertina / Data: Lun 01 novembre 2021 alle 14:11
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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