L'Italia di provincia è l'Italia che fa festa. Il 3-0 con cui gli azzurri bucano la Svizzera è un biglietto di sola andata per gli ottavi di finale. Ventinovesimo risultato utile consecutivo, nona gara senza subire gol. Salute. Il ruggito del Dragone contro la Turchia ancora impedisce di sapere se sarà primo o secondo posto, dunque se Londra o Amsterdam. Però le valigie son pronte, resta lo scontro diretto col Galles che in fondo ricorda molto il Sassuolo che è la nuova fucina del talento azzurro. Arriva all'improvviso e come un tuono fa sentire a tutti la sua presenza. Come all'ultimo Europeo, come i neroverdi che hanno regalato al pallone nostrano talenti come Locatelli. Che sarà figlio dei primi sogni del Milan, ma quel Milan in fondo in lui non ha creduto. Sicché, ali spezzate, ha dovuto ricostruire la gioventù pallonara in provincia, in quella che gli ha permesso di diventare uomo, in quella che una mattonella dopo l'altra, ha messo su un mosaico straordinario. Due reti. La prima sull'asse Sassuolo-Sassuolo-Sassuolo, una rete circolare del sudore e delle speranze, che parte dai piedi del centrocampista, finisce su quelli di Berardi e poi di nuovo sulle scarpette del numero cinque. Una sgroppata che infila la Svizzera, la stende, fa esultare l'Olimpico d'azzurro vestito.

LOCATELLI SHOW Il secondo arriva su palla di Barella, un altro ragazzo che viene dal calcio che è abituato a veder gli altri sognare e che poi è riuscito ad alzar trofei con merito e da protagonista. Nicolò da Cagliari è un motore instancabile, il suo credo sono lavoro, corsa, fatica, sudore. E due piedi tanto educati da liberare Locatelli che la Svizzera forse ha considerato la lancetta più corta di quest'Italia, tanto da lasciargli campo e spazio. Sbaglia Freuler, che è spettatore di un mancino che trafigge ancora Sommer. Che presto vivrà la gioia della seconda paternità ma che nel frattempo rischia di dover disfare presto i bagagli da portiere della Nazionale.

MERAVIGLIA AZZURRA L'Italia è bella, sempre bella e non si stanca d'esserlo e di divertirsi. All'inizio è la solita storia. Scacchi, studio, riflessioni, poi il gol di Chiellini ma il VAR dice di no. Poi il Capitano si fa male: problemi al flessore, la speranza è che sia precauzione e null'altro. Dentro Acerbi che entra come se in campo ci fosse stato sin dall'inizio. Perché l'ingenua e ambiziosa Italia, falsa modesta dalle grandi mire, sembra giovincella sperduta senza stelle, ma è costellazione già matura e l'ingresso in campo di Acerbi lo dimostra. Lo fa pure Di Lorenzo, altro figlio del calcio delle province, diventato terzino con sostanza e costanza a Matera. Mancini sceglie lui anziché l'oriundo Toloi ma l'assenza di Florenzi, come quella di Verratti in mediana, non si fa sentire. Nella ripresa sarà pure tempo d'esperimenti, per la difesa a tre, per metter dentro energie fresche e per risparmiarne altre. E anche per un'altra gioia, di Immobile, a tempo scaduto: destro dal limite, Sommer non è impeccabile e Bonucci corre fin dalla difesa per abbracciare Ciro. E poi ancora abbracci. E ancora. E ancora. Che bello. Ora testa bassa. Domenica c'è il Galles. L'Italia ha le valigie già pronte. Resta da capire la destinazione.

Sezione: Copertina / Data: Mer 16 giugno 2021 alle 22:57
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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