L'Italia è in semifinale di Euro 2020. 2-1 al Belgio, la migliore al Mondo, è allora l'impresa è ancora più dolce perché lo scoglio della grande squadra battuta, sconfitta, al tappeto, è alle spalle. Avanti, ora a Wembley alle Final Four c'è la Spagna. Eppure sin dalle prime ore del mattino, un brindisi e poi avanti un altro, i tifosi belgi facevan festa a Marienplatz e dintorni. La Capolista del Ranking FIFA, di rosso vestita, all'Allianz Arena contro l'Italia. Che è bianca nel completo ma non nello spirito, azzurro come non mai. Se la vigilia è stata una partita a scacchi, il primo tempo lo è ancor di più. Il gioco delle tre carte di Martinez, Hazard e De Bruyne sì, no, nì, ha partorito il giocatore del City titolare e quello del Madrid solo in tribuna. Il tecnico sceglie Doku con un impervio coraggio, preferendo l'imberbe fulmine d'Anversa a veterani come Mertens e Carrasco. Mancini si gioca Chiellini, imprescindibile nella lotta greco romana che sin da subito intraprende con Lukaku, e Chiesa per tener basso Thorgan Hazard e larghe le maglie difensive dei belgi.
UNO DUE ITALIA Il Belgio parte forte, perché è forte. De Bruyne è fortissimo, sicché serve un portiere straordinario come Donnarumma per mettere in angolo, con la mano spalancata, un diagonale dello scudiero di Guardiola. Lo farà poi pure su Lukaku, anche se avranno poi modo e misura di trovarsi ancora di fronte. Prima, però, l'Italia. L'uno è Barella: azione convulsa in area, Verratti arpiona, poi l'interista raccoglie e vede la difesa belga che è ferma e controtempo. Un tocco, un diagonale, Courtois guarda e si dispera. Uno. Il due è Insigne, alla Insigne. Dal limite, al giro, sul secondo palo. Da brevettare. Sembra una notte d'azzurro dipinta, ma in chiusura, Di Lorenzo mette giù ingenuamente Doku in area. Var Check, intanto Donnarumma va a provare a innervosire Lukaku. Che va sul dischetto. Che segna. E zittisce Gigio. Ma è 2-1 al 45'.
BRIVIDI ROSSI La ripresa s'apre con entrambe le squadre tese come due corde di violini. I meno del primo tempo azzurro sono Di Lorenzo e Immobile e pure nella ripresa faticano a entrare nel vivo del gioco. Dalla parte del terzino Doku è sempre un'ira funesta, il laziale s'innervosisce, cerca soluzioni personali e tarda a trovare la via della porta di Courtois. I pericoli s'accendono dalla parte di Donnarumma: Spinazzola è balsamo per le coronarie azzurre quando sulla linea salva una deviazione sbilenca di Lukaku. Al sessantottesimo, ancora Belgio, che intanto ha tolto Tielemans e Meunier e s'è messo a trazione anteriore con dentro Mertens e Chadli (poi fuori dopo cinque minuti per infortunio, dentro Praet), ma la deviazione in area non c'è. Cambi azzurri: Immobile delude, esce. Verratti va in riserva, esce. Dentro Belotti e Cristante.
L'ITALIA TORNA A WEMBLEY L'Italia riparte. Ci prova. Dopo i cambi, però, le lacrime. Perché Spinazzola, al settantottesimo, frana a terra da solo. Lacrime. Esce in barella, l'eroe di quest'Italia con la valigia in mano piena di bellissime speranze. Entra Emerson, esce pure Insigne perché il barometro dell'energia era andato a rasentar lo zero. Dentro Berardi. Il Belgio alza le linee, Doku contro Di Lorenzo pare sfida impari, De Bruyne non è nel suo momento di forma e fisico migliore ma quando ha palla, quando strappa, è un destriero che galoppa. Ma non basta. Perché all'arrivo c'è l'Italia prima, col pugno rivolto al cielo. Con un biglietto per Wembley. Tocca alla Spagna. E' semifinale. Che gioia.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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