Non è mai una partita come le altre quando il passato ti scorre davanti agli occhi, ma Raffaele Palladino ha dimostrato di saper scindere il cuore dalla ragione, guidando l'Atalanta a una vittoria fondamentale contro la "sua" Fiorentina. Nel post-partita della New Balance Arena, il tecnico campano si è presentato ai microfoni di DAZN con la serenità di chi ha superato la tempesta iniziale. Se la vittoria in Champions aveva acceso la luce, quella in campionato ha confermato che l'interruttore è stato trovato definitivamente. Al centro del dibattito non solo la tattica e il dogma del "difendere e attaccare insieme", ma soprattutto la gestione delle risorse umane: dall'investitura pesante per Gianluca Scamacca, definito potenziale top player europeo, all'abbraccio commosso con i suoi ex giocatori viola. Ecco il pensiero di un allenatore che sembra aver già conquistato Bergamo. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Mister, poco fa Charles De Ketelaere ha usato ripetutamente la parola "entusiasmo" per descrivere il nuovo corso. Se questa Atalanta sembra aver iniziato una nuova stagione, possiamo dire che la chiave di volta è stata proprio la sua capacità di riportare gioia e leggerezza in un gruppo che sembrava spento?
«Se lo riconoscono i ragazzi, che sono i protagonisti in campo, non posso certo dargli torto (sorride, ndr). Scherzi a parte, è vero: abbiamo cercato di toccare tutte le corde possibili. È fisiologico che quando avviene un cambio di allenatore l'umore generale sia basso, sia nella squadra che nella società; i giocatori erano i primi ad essere dispiaciuti per la situazione. Il mio compito è stato quello di immettere qualcosa di nuovo: entusiasmo, coraggio, freschezza mentale. Ma il merito reale è tutto del gruppo: li ho visti coinvolti dal primo istante. Hanno una capacità di ascolto e di ricezione incredibile, è bastato davvero poco per ottenere risposte immediate. E poi lasciatemi ringraziare il pubblico e la Curva: ci hanno accolto con un calore fantastico, giocare in questo stadio è un privilegio».
In studio si parlava dei singoli: Lookman e De Ketelaere hanno brillato, ma vorrei soffermarmi su Scamacca. Lo abbiamo visto molto coinvolto, lei lo ha stimolato continuamente. Crede che Gianluca, un po' come fece Kean con lei l'anno scorso a Firenze, possa esplodere definitivamente sotto la sua guida e arrivare a quota 20 gol?
«Sapete che per filosofia non amo parlare dei singoli, anche perché ho la fortuna di allenare un parco attaccanti straordinario: Lookman, De Ketelaere, Retegui, Krstovic, Samardzic... ho l'imbarazzo della scelta. Però su Gianluca faccio un'eccezione volentieri. È un ragazzo che mi piace moltissimo, prima di tutto come uomo: è una persona vera, sincera, trasparente. E poi come calciatore credo che abbia mezzi illimitati. Ha tutto: fisico imponente, tecnica sopraffina, qualità nel legare il gioco. Non voglio esagerare, ma sono convinto che abbia il potenziale per diventare uno dei migliori attaccanti in Europa. Sta facendo esattamente quello che gli chiedo, si sacrifica e fa giocare bene la squadra. Siamo davvero molto felici di lui».
Le mostriamo le immagini del gol: cross di Lookman, inserimento e colpo di testa vincente di De Roon. Un'azione che ha sbloccato un ricordo: l'anno scorso, sulla panchina della Fiorentina, subì un gol praticamente identico proprio dall'Atalanta. È la dimostrazione che i meccanismi offensivi sono ormai memorizzati?
«È vero, me lo ricordo bene, fu un'azione in contropiede micidiale. Loro lì davanti sono fantastici, si trovano a occhi chiusi e hanno una qualità tecnica che fa la differenza. Oggi nel primo tempo abbiamo giocato bene di reparto, anche se non era facile perché a volte abbiamo sbagliato l'ultima scelta e di fronte avevamo una Fiorentina viva e forte. Però il concetto che voglio sottolineare è il mio "dogma": si attacca insieme e si difende insieme. I ragazzi lo hanno capito. Stiamo difendendo da squadra compatta e stiamo attaccando con qualità corale. Dobbiamo sfruttare al massimo questo potenziale».
Per chiudere, una curiosità umana. Al triplice fischio l'abbiamo vista andare immediatamente a salutare e abbracciare i giocatori della Fiorentina. Da ex allenatore che ha vissuto un'annata intensa con loro, cosa si è sentito di dire a un gruppo che sta vivendo un momento complicato?
«Toccate un tasto che mi sta molto a cuore. Quei ragazzi l'anno scorso hanno dato tutto per me, la maggior parte di loro c'era già. Al fischio finale ho sentito l'esigenza naturale di andare ad abbracciarli uno a uno e di stringerli forte. Ho detto loro che sono forti e che non devono mollare assolutamente, perché so che quella squadra ha valori umani e tecnici di alto livello. Ho visto una Fiorentina viva, e per questo faccio i complimenti anche a mister Vanoli: sono venuti qui a giocarsela con coraggio e qualità, mettendoci in difficoltà in più occasioni. Auguro davvero tutto il bene possibile alla Fiorentina, perché il mio legame con loro resta importante».
Umanità e visione tecnica. Raffaele Palladino si congeda con l'immagine di un tecnico che sa valorizzare il talento (Scamacca) e rispettare il passato (Fiorentina), ma che ha ormai le mani saldamente sul volante della sua nuova Atalanta. La rotta è tracciata, e l'entusiasmo è il carburante scelto per il viaggio.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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