Sugli spalti ci sono mille tifosi, a Bologna c'è una bellissima luce e un tricolore straordinario sugli spalti. C'è l'Italia poi, d'azzurro vestita, alle prove generali del gran gala Europeo. Immobile, Barella, Insigne, Berardi. Ovvero, centravanti, cervello, numero dieci e l'uomo di provincia. I quattro gol che arrivano contro la Repubblica Ceca non sono banali ma sono il racconto di un'Italia che manda un segnale. Che pianta una bandiera sull'atlante del Vecchio Continente. Che alla Francia delle stelle, all'Inghilterra dei giovani, al Portogallo di Cristiano Ronaldo, alla Germania che è sempre la Germania dice "ci sono anche io". E' una prova per Mancini, generale, ma pure una missiva sulle scrivanie degli altri commissari tecnici. Dall'altra parte si dovrà interrogare invece Jaroslav Silhavy, perché la Repubblica Ceca è ben poca cosa, tanti muscoli e poco cervello tattico. Mal messa in campo e sulle gambe, per nulla fresca nei titolari e anche nei ricambi.

L'Italia c'è Parte studentessa, a guardare le prime mosse dei pedoni in bianco e poi piazza il primo alfiere nel posto giusto. E' Ciro Immobile e quando segna il centravanti titolare a pochi giorni dall'esordio europeo, non è un gol banale. E' una molla che scatta e che lo sblocca, lo fa sorridere e gioire. Il secondo gol è di Nicolò Barella che ha davanti non solo un Europeo da protagonista ma forse della consacrazione. Di quel salto in più, in avanti, a cui son sempre pronti tanti ma che sanno fare in pochi. Segna scivolando, sembra un appuntamento col destino.

L'Italia è padrona. Insigne fa trent'anni oggi, gioca con la dieci e gioca da leader. Segna, fa segnare, dipinge, diverte. Sotto la Torre di Maratona il tricolore è illuminato prima da un sole rosa dolcissimo e poi dalla luce di un'Italia bellissima. I lampi più splendenti sono i suoi, che si toglie pure la soddisfazione di segnare il terzo gol e d'esultare e gioire. Festa grande. Il quarto gol è dell'uomo di provincia, Berardi. Certo, tutti ad aspettar Raspadori, la verità è che l'Under 21 sarà apprendista e magari uomo degli ultimi istanti ma i centravanti son altri almeno ora elle gerarchie. Immobile e Belotti. Mancini però sa cosa voglia dire Bologna, cosa voglia dire azzurro e cosa significhino le notti magiche. Così lo fa entrare, nella sua città. In questa notte bellissima. Ci siamo. Adesso si fa sul serio.

Sezione: Italia / Data: Sab 05 giugno 2021 alle 05:43
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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