Premessa: e se le domande schiette, non negative, in linea con il rendimento aiutassero a tirare fuori l'orgoglio di squadra? Dopo la vittoria col Milan, diremmo proprio di sì! La Juve vista contro il “diavoletto” è stata la migliore del campionato.
Nel primo tempo ha saputo tenere testa alle sfuriate rossonere, gonfiate dal ricordo del turno superato in Supercoppa, mentre nella ripresa ne ha fatto crollare le (poche) certezze della gestione Conceicao, piegandole con due assalti nel momento in cui vengono decise le partite, attorno all'ora di gioco. Il digiuno casalingo durava dal derby di andata disputato a novembre, mentre quello in campionato dalla trasferta di Monza costata l'esonero di Nesta. Prima, in mezzo e dopo, l'esagerazione dei tredici pareggi che avevano fatto sprofondare i ricordi nello spettro dell'annata Del Neri.
Di segnali positivi se ne intravedevano, ma la scarsa velocità d'azione al pari della poca incisività dalla trequarti in avanti ne condizionavano risultati e giudizi. E non meno la tranquillità di un gruppo, allenatore compreso, non ancora abituato a lottare con forti pressioni esterne e da prestazione.
Milan – La squadra rossonera ha mostrato quello che gli è consentito dalle avversarie: poco e con molti problemi al suo interno, camuffati a Riad con la cacciata di Fonseca e gli stimoli che normalmente scattano con la scelta di un nuovo allenatore. Niente di più, per stessa ammissione del portoghese definitosi fortemente “preoccupato”. La Juve ha sollevato il tappeto dei loro problemi, scongiurando con una prestazione migliore che la polvere potesse sollevarsi in direzione opposta. Questa volta, ma già a Bergamo si era visto qualcosa di simile, i bianconeri hanno provato a vincere con tutte le forze e con una consapevolezza diversa fondata sulla velocità di palleggio e sulla pressione costantemente alta. Primo tempo con qualche brivido difensivo, e come al solito tanta “fuffa” montata attorno a Leao, bello a vedersi quanto svogliato a vestire i panni da leader. Nel secondo, il resto di una partita cominciata con la preoccupazione del cambio di Yldiz e finita con quel gusto di vittoria che mai dovrà diventare un'ossessione.
Mercato – Fa un po' strano pensare, leggere, influenzare e soprattutto credere che il mercato di riparazione possa essere equiparata ad una pratica di facile soluzione. Infatti non lo è, soprattutto quando si vengono a creare le condizioni, vedasi la richiesta del City per Cambiaso e la necessità dell'Arsenal di sostituire in attacco Juan Jesus dopo il brutto infortunio. Le tentazioni sarebbero a portata di mano per Giuntoli, che però non può permettersi di riempire il portafogli senza avere già messo le mani sulle alternative. Quindi tutto rimandato a giugno, fissando però adesso prezzo e destinazione per Cambiaso e Vlahovic e strappando l'ok per un difensore, Hancko, prima della chiusura del 3 febbraio. Ricordando che il nome di Tomori non ha mai riscosso pieni consensi alla Continassa.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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