"Il calcio come show rischia di cancellare il merito sul campo". Titola così il commento di Paolo Condò su la Repubblica con argomento, ovviamente, la nascita della SuperLega: "Così com'è congegnata adesso, con 32 squadre fra le quali quattro iscritte per ciascuno dei quattro campionati più importanti, la Champions League è un torneo magnifico, e nella sua ombra l’Europa League è cresciuta fino ad aggiungere altre serate divertenti al menu settimanale. Ci sono margini di miglioramento ulteriore? Probabilmente sì. Ma non nella direzione sposata da dodici società fra le quali Juventus, Inter e Milan. La Superlega chiusa, riservata a 15 club fondatori fissi e altri cinque cooptati di volta in volta, cancella la qualificazione sul campo — e dunque il fondamentale concetto di merito — come requisito di partecipazione per tutti. Un vulnus inaccettabile. Considerata la quantità di denaro fiabesca promessa agli scissionisti, la piramide del calcio mondiale, già oggi molto ripida, diventerebbe una parete verticale senza appigli: niente più Atalanta, per dire dell'esempio più vicino, ma nemmeno Roma, Lazio, Napoli. Oppure Ajax, Porto, Marsiglia, PSV, Benfica... Non solo. Il club iun fuga giocherebbero comunque i campionati nazionali, ma se già i denari della semplice Champions hanno favorito le lunghe dominazioni, quale competizione potrebbe mai esserci fra chi si porta a casa 300 milioni e chi 30?".

Sezione: Interviste / Data: Lun 19 aprile 2021 alle 12:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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