Alejandro Gomez e l'Atalanta si dicono addio. L'argentino va a Siviglia, pezzo pregiato di un mercato invernale povero di stelle e grandi affari. La Dea punta di nuovo lo Champions e sogna magari lo scudetto, a fine febbraio sfiderà il Real Madrid e questo dice tanto su cosa la formazione nerazzurra sia diventata. Anche grazie al suo numero 10. Era iniziato tutto in un altro modo.
Marcia indietro. Torniamo al 2014. Gli orobici, guidati da Stefano Colantuono, sono reduci dall'undicesimo posto in classifica, grazie ai 50 punti conquistati nella stagione precedente: per capire quanta acqua sia passata sotto i ponti, il secondo miglior risultato nella storia del club fino ad allora. In estate, gli orobici cedono Jack Bonaventura al Milan: Gomez arriva per sostituirlo, nell'ultimo giorno di un mercato frenatico. Firma un quadriennale, costa poco più di 4,5 milioni di euro. Torna in Italia Dal Metalist Charkiv, a cui era stato ceduto dal Catania soltanto un anno prima per 7 milioni: in Ucraina è andata abbastanza male se, non, come ha raccontato lui stesso, dal punto di vista economico. Per il resto, una stagione discreta e poco più, infine persino la guerra che esplode e lo costringe alla fuga. Il Papu ripara in Argentina, poi finalmente torna in Italia. La Serie A lo conosce e apprezza già, ma è una stella in cerca di rilancio. Così come la Dea una piccola che in grande, forse, neanche sogna. Non succede tutto subito: la squadra, di Colantuono prima e Reja poi, chiude 17^ nel primo campionato e 13^ nel secondo.
La svolta arriva con Gasperini. Già, il maestro con cui sono volati gli stracci e al quale pure l'argentino ha detto di volere bene. È finita malissimo, ma è stata una grande storia. Partita tra le difficoltà, perché nelle prime cinque giornate l'Atalanta di Gasp versione 2016/2017 rimedia quattro sconfitte. S'inizia a parlare persino di potenziale esonero, poi arriva la storica sfida al Crotone: il tecnico di Grugliasco cambia le carte in tavola, butta dentro una banda di ragazzini. Non li toglierà più. Gomez sigla il 3-0 di un primo tempo da favola, come tutto quello che è arrivato dopo. Il Papu riconquista la Serie A e anzi diventa stella come mai lo era stato. L'Atalanta si trasforma nel giro di poche stagioni in una grande del nostro campionato. Con Gasperini in panchina e Gomez a guidarla in campo. Fino alla partita col Midtjylland, al no, ora all'addio. Ma è andata bene a tutti, alla fine.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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