Nel corso della ottava puntata di 'Cose Scomode', il talk di Aura Sport condotto da Giorgia Rossi con Luca Toni ed Emiliano Viviano, Michele Criscitiello ha analizzato senza filtri la crisi dell’Atalanta e la gestione del dopo-Gasperini. Il direttore di Sportitalia è stato categorico: «L’Atalanta per me ha preso una direzione completamente sbagliata. Quando perdi Gasperini, non perdi un allenatore normale: perdi un sistema, un mondo, una filosofia che ha plasmato l’intera società. In quel momento devi cambiare tutto. Non puoi continuare la filosofia di Gasperini con la sua copia sbiadita, perché la sua idea di calcio è unica e irripetibile».
“DOVEVI FARE TABULA RASA” - Criscitiello ha insistito sulla necessità di una rifondazione completa: «Dopo Gasperini bisognava fare tabula rasa. Vendere, rifondare, ripartire da zero. Con i giocatori che avevi, solo dai centrocampisti potevi fare 200-220 milioni di fatturato in plusvalenze. Invece no: hanno voluto tenere i big e dare quella squadra a un tecnico che non aveva la forza né le idee per farla propria. Dovevi cambiare allenatore, filosofia e ciclo. L’Atalanta doveva rinascere su basi nuove».
JURIC NON L’UOMO GIUSTO - L’errore principale, per Criscitiello, è stato proprio nella scelta del sostituto: «Ivan Juric non poteva essere l’uomo giusto. È stato un errore di Percassi, che di solito non ne commette. Juric è un allenatore con un approccio completamente diverso da quello che serve a Bergamo: ha preso la parabola discendente e non è mai riuscito a incidere. Era la scelta sbagliata nel momento sbagliato».
SERVIVA UNA FILOSOFIA NUOVA, NON UNA FOTOCOPIA - Criscitiello ha spiegato che la società avrebbe dovuto rompere del tutto con il passato: «Non puoi pensare di continuare sulla stessa linea tecnica dopo aver perso chi quella linea l’ha inventata. Gasperini non lo sostituisci con il suo allievo, perché non avrà mai la stessa forza di idee né la stessa credibilità. Serviva un cambio netto, un nuovo inizio, non una fotocopia in tono minore».
ITALIANO, MOTTA O PALLADINO ERANO LE SCELTE GIUSTE - Il direttore ha poi rivelato alcuni retroscena sul casting estivo dell’Atalanta: «In estate l’Atalanta aveva valutato Thiago Motta e Raffaele Palladino (ora tecnico della Dea, ndr). Due nomi perfetti, giovani, con idee moderne e un’identità precisa. Ma alla fine è passata la linea Juric, e lì Percassi ha sbagliato. Probabilmente D’Amico, in quel momento, era distratto perché stava pensando al suo futuro: aveva la possibilità di andare al Milan e non aveva la testa completamente sull’Atalanta. È stato un momento di confusione che la società ha pagato a caro prezzo».
UNA DISTRAZIONE COSTATA CARA - Criscitiello ha chiuso con una riflessione tagliente: «Luca Percassi è un dirigente illuminato, che raramente sbaglia una mossa. Ma questa volta ha sbagliato in pieno. Ha voluto proseguire un percorso che era ormai arrivato al capolinea, fidandosi di un progetto che non poteva funzionare. Juric non era il post-Gasperini. E questo, a Bergamo, lo si è capito troppo tardi».
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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