Ci sono appuntamenti che valgono una stagione, crocevia dove il destino smette di essere un concetto astratto e diventa una questione di centimetri, sudore e lucidità. L'Atalanta si affaccia alla notte della New Balance Arena con la consapevolezza di chi non può permettersi calcoli: l'obiettivo è evitare le forche caudine dei playoff, quel limbo pericoloso che l'anno scorso, con la beffa del Bruges, trasformò una fase a gironi quasi perfetta in un rimpianto cocente. Con 10 punti in cassaforte e un calendario che, dopo l'Everest odierno, proporrà pendenze più dolci (Athletic Bilbao e Union SG), la sfida ai Blues rappresenta l'ultimo, vero scoglio per accedere direttamente al gotha del calcio continentale.

IL RITORNO DEL "TRIO MAGICO" – Per scardinare la resistenza dei Campioni del Mondo per Club, Raffaele Palladino ha scelto di abbandonare gli esperimenti e affidarsi alle certezze. Archiviata la versione sbiadita e poco incisiva vista nella nebbia di Verona, stasera si rivedrà l'Atalanta in assetto da guerra: spazio al tridente pesante. La formula tattica, quel 3-4-3 fluido che sa trasformarsi in corso d'opera, richiede ai tenori un doppio sacrificio: non solo creatività negli ultimi trenta metri, ma una prima linea di pressing feroce per soffocare sul nascere la manovra della squadra di Enzo Maresca. È la chimica tra le punte la chiave di volta per ritrovare quell'aggressività che, al Bentegodi, era rimasta colpevolmente negli spogliatoi.

SCAMACCA: CACCIA AL PRIMO ACUTO – I riflettori sono puntati inevitabilmente su Gianluca Scamacca. Il bomber azzurro, escluso dall'undici titolare in campionato, si riprende il centro del palcoscenico con una missione personale: sbloccarsi in Champions League. I 102 minuti giocati finora nell'Europa che conta non hanno ancora regalato la gioia del gol, e la fame del numero 9 sarà il motore immobile della manovra nerazzurra. Ai suoi lati, due frecce con motivazioni differenti ma ugualmente potenti: Ademola Lookman, che ha il cronometro puntato in vista della partenza per la Coppa d'Africa, e Charles De Ketelaere.

LA RABBIA DI CHARLES, IL TALENTO DI ESTEVAO – Proprio il belga è l'uomo più atteso. Il gesto di stizza al momento del cambio a Verona – quella giacca gettata a terra che ha fatto discutere – è stato metabolizzato e convertito in propellente agonistico. "Quella tensione deve diventare la nostra forza", ha chiarito CDK, consapevole che non esiste vetrina migliore della Champions per trasformare il nervosismo in prestazione monstre. Dall'altra parte, la minaccia ha il volto giovanissimo di Estevao: il 18enne brasiliano, già autore di tre centri in coppa (contro l'unico in Premier), è il simbolo di un Chelsea che, pur concedendo qualcosa dietro (6 gol subiti contro i 5 della Dea), vanta un potenziale offensivo devastante.

DNA EUROPEO – Nello spogliatoio, Palladino ha lavorato sulla testa prima ancora che sulle gambe, evocando quel "DNA Atalanta" fatto di ambizione, sacrificio e coraggio. Stasera, al debutto casalingo del tecnico in Champions, servirà la sintesi perfetta di questi valori. Contro una corazzata che ha appena alzato la Conference League, non basterà il compitino: serve l'impresa, serve gettare il cuore oltre l'ostacolo per dimostrare che il posto dell'Atalanta è stabilmente tra le prime otto d'Europa.

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Sezione: Primo Piano / Data: Mar 09 dicembre 2025 alle 12:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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