L’Atalanta si tuffa nella terza competizione stagionale con la fame di chi non vuole lasciare nulla al caso. Dopo aver raddrizzato la barra in campionato e brillato in Champions League, la Dea apre il capitolo Coppa Italia, trofeo che negli ultimi anni ha sfiorato ripetutamente diventando quasi un'ossessione dolceamara. Alla vigilia della sfida secca degli ottavi di finale contro il Genoa, Raffaele Palladino si presenta ai microfoni di SportMediaset.it con la serenità di chi ha saputo toccare le corde giuste in tempi record. Il tecnico, capace di ottenere due vittorie consecutive e di rivitalizzare elementi chiave come Ademola Lookman, traccia la rotta: turnover ragionato, massima attenzione alle insidie rossoblù e, soprattutto, l'ambizione dichiarata di arrivare in fondo. Perché per questa Atalanta, nessuna competizione è un semplice accessorio. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Mister, il calendario non concede tregua: campionato, Champions League e ora la Coppa Italia, subito con la formula dell'eliminazione diretta. Come si cala la squadra in questo tour de force e che peso specifico ha questa competizione per la stagione dell'Atalanta?
«Assolutamente sì, è un periodo estremamente concentrato e denso di impegni, con tre competizioni che per noi sono tutte molto importanti. Ci teniamo a essere competitivi su ogni fronte, senza fare calcoli. Nello specifico, la Coppa Italia rappresenta un obiettivo concreto, un traguardo da inseguire con la volontà di arrivare fino in fondo. La storia recente parla chiaro: negli ultimi sette anni l'Atalanta ha raggiunto la finale per ben tre volte. Questo dato statistico è per noi motivo di grande ambizione e responsabilità. Vogliamo costruire e consolidare la mentalità giusta per essere protagonisti anche in questo torneo, a cui diamo un valore altissimo».
Il tabellone vi mette di fronte il Genoa, una squadra che, per certi versi, specchia il vostro momento: cambio di guida tecnica, entusiasmo ritrovato e risultati positivi. Possiamo definirla una trappola da non sottovalutare?
«Assolutamente no, guai a farlo - mette in chiaro il neo tecnico nerazzurro -. Non bisogna mai sottovalutare nessuna partita, a prescindere dalla competizione, perché a questi livelli gli avversari sono tutti temibili e di ottimo livello. Il Genoa sta attraversando un buon momento di forma: con la nuova guida tecnica hanno ritrovato fiducia e vengono da una striscia di risultati positivi. Hanno giocatori di qualità in rosa che possono far male. Da parte nostra servirà la massima attenzione su ogni dettaglio. A me interessa che la mia squadra scenda in campo con una sola mentalità: quella di vincere la partita. Dobbiamo dare continuità alle prestazioni e ai risultati ottenuti recentemente».
Dall'esterno, la sensazione è che lei abbia operato uno "switch" mentale notevole in tempi brevissimi. Sono arrivate le prime due vittorie consecutive stagionali, un inedito quest'anno, e la squadra sembra aver ritrovato serenità e spirito. Quanto sente suo questo cambiamento di rotta?
«Sicuramente il merito principale va al gruppo, è tutto merito dei ragazzi. Io sono arrivato qui da pochi giorni e ho cercato semplicemente di portare entusiasmo e di trasmettere le mie idee. I giocatori sono stati bravissimi a recepirle immediatamente. Ho trovato un gruppo dotato di grandi valori, sia umani che tecnici. Io credo ciecamente in tutti i componenti della rosa, quindi mi aspetto tanto da loro, da chiunque venga chiamato in causa. Con così tante partite ravvicinate, l'occasione arriverà per tutti e pretendo sempre delle risposte sul campo. Questa deve essere la nostra forza mentale: chiunque indossi la maglia deve dare il massimo per l'Atalanta».
Lei sottolinea spesso i meriti del collettivo, ma è innegabile che la mano di Palladino si sia vista subito. In sole tre partite, dopo un primo tempo di assestamento a Napoli, abbiamo rivisto l'Atalanta capace di dominare il gioco e di entusiasmare i tifosi. Qual è stato il segreto per riaccendere la luce così in fretta?
«Io e il mio staff abbiamo fatto una cosa semplice: siamo stati noi stessi. Abbiamo cercato di portare i nostri principi di gioco e la nostra mentalità, che fortunatamente rispecchia quella della società e del popolo bergamasco. I ragazzi erano già mentalizzati da anni a fare un certo tipo di calcio, quindi c'è stata subito sintonia, è scattata un'alchimia immediata che ha rappresentato un valore aggiunto. È presto per dire che siamo usciti definitivamente da una situazione complicata, ma la strada intrapresa è senza dubbio quella giusta. Le prestazioni sono buone, ma c'è ancora tanto lavoro da fare. Con impegni così frequenti il tempo per allenarsi in settimana è poco, ma stiamo cercando di ottimizzarlo al massimo».
Con un calendario così fitto, la gestione delle risorse diventa cruciale. Il turnover e l'utilizzo dell'intera rosa saranno la chiave per reggere l'urto su tre fronti?
«Io credo in tutti i miei ragazzi. È stata costruita una squadra di grande valore, con giocatori forti, e va dato merito alla società per averli scelti bene. La rosa è molto ampia e dispone di grandi valori tecnici. Il mio messaggio è chiaro: chiunque giochi in questo momento deve sentirsi un titolare, un giocatore importante. Da parte mia voglio vederli tutti all'opera. Possono sembrare frasi banali, ma è la verità: credo in ognuno di loro ed è questa la vera forza del gruppo. Quando concederò l'occasione, mi aspetto che diano il 100% e che mi mettano in difficoltà nelle scelte future».
In chiusura, un focus su un singolo: Ademola Lookman. Sembra aver ritrovato non solo i gol, ma una serenità che gli mancava. Qual è stata la chiave di volta? Gli ha parlato in modo particolare per sbloccarlo?
«Fin dal primo giorno ho parlato con tutti i ragazzi, chiamandoli uno a uno, sia chi era impegnato con le nazionali sia chi era rimasto qui. Ho cercato di instaurare un rapporto umano prima ancora che professionale, perché credo che quando si subentra in corsa sia difficile entrare subito in sintonia se non si parla chiaro. Dietro i calciatori ci sono sempre degli uomini, e questo non va mai dimenticato. L'ho fatto con tutti e l'ho fatto anche con "Ade". Ci siamo capiti subito, all'istante: vogliamo la stessa cosa. Lui è un grande professionista, sta facendo bene, si è messo a totale disposizione del gruppo sacrificandosi per la squadra. I risultati si stanno vedendo: lui è importante, esattamente come è importante tutto il resto del gruppo».
Un mix di pragmatismo, gestione umana e ambizione. Raffaele Palladino affronta la Coppa Italia non come un peso, ma come un'opportunità per cementare la rinascita nerazzurra. Con un Lookman ritrovato e una rosa che freme per dimostrare il proprio valore, l'Atalanta si prepara a sfidare il Genoa con la certezza di aver imboccato la strada giusta.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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