Raffaele Palladino entra a Zingonia con un obiettivo chiarissimo: rialzare immediatamente l’Atalanta e riportarla dove la rosa merita. Per farlo serviranno idee, coraggio e scelte nette. E alcune riguardano proprio quei giocatori che, con Juric, sono rimasti in una terra di mezzo tra assenze, infortuni e rendimento intermittente.

KOLASINAC - Il bosniaco - scrive La Gazzetta dello Sport - rappresenta il primo tassello del nuovo ciclo. Reduce dalla lunga riabilitazione dopo il crociato, è tornato tra i convocati e in nazionale potrebbe già rientrare in campo contro la Romania. Palladino conta molto su di lui: per carisma, per peso specifico nello spogliatoio, ma soprattutto per la sua capacità di interpretare un ruolo da “terzo” di difesa in chiave propositiva, quasi da incursore aggiunto. Per chi vuole costruire col pallone, Kolasinac può diventare un cardine irrinunciabile.

ZALEWSKI - La catena mancina sarà uno dei punti chiave del calcio di Palladino, e l’intesa tra Kola e Zalewski dovrà essere costruita rapidamente. Il polacco, arrivato come colpo estivo, è partito bene prima dell’infortunio di Torino, poi è entrato in un circolo di discontinuità e incomprensioni con Juric. Tanti ingressi dalla panchina, poche conferme, pochi minuti reali. Il nuovo tecnico lo considera un’arma offensiva totale: cross, sinistro educato, dribbling, uno contro uno, capacità di essere decisivo anche da laterale basso in un eventuale 4-2-3-1. In una parola, qualità: quella che finora si è vista troppo poco.

EDERSON - Walter Sabatini ha riassunto il suo momento con una frase perfetta: «Sembra di vedere giocare il cugino». Il brasiliano ha smarrito intensità, strappi e leadership: ciò che lo aveva reso l’uomo simbolo della cavalcata verso l’Europa League. La sostituzione contro il Sassuolo – per inserire Samardzic centrale – ha rotto definitivamente il rapporto con Juric, ma è il campo a dire di più: Ederson è in ritardo, emotivo e atletico. Palladino dovrà riaccenderlo perché la Dea non può più permettersi pause, e il giocatore non può più rinviare l’ultimo treno verso un top club internazionale.

Palladino eredita un’Atalanta ricca, ma inceppata. E sa che la rinascita passa anche e soprattutto dalle pedine rimaste ai margini. Kolasinac, Zalewski ed Ederson: tre storie diverse, un’unica necessità. Recuperarli subito significa dare al nuovo ciclo gambe, corsa e identità. La Dea riparte da qui.

© Riproduzione Riservata

© foto di Atalanta.it
Sezione: Primo Piano / Data: Ven 14 novembre 2025 alle 07:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print