A un giorno dal debutto storico in Champions League, il presidente dell'Atalanta Antonio Percassi è stato intervistato da due dei migliori giornalisti de La Gazzetta dello Sport. In sintesi, ecco le sue dichiarazioni: "Ho appeso la classifica dello scorso campionato di Serie A come fosse un quadro, titolato 'La Storia'. Dieci anni fa quando ho rilevato la società mai avrei pensato di arrivare in Champions, anzi sognavo di fare dieci campionati di fila in Serie A, per questo ogni anno sostengo che dobbiamo salvarci. Abbiamo fatto le elementari, le medie, le superiori e ora siamo all'università, in cui serve entrare in punta di piedi e imparare. Se impariamo bene, cresciamo. Intanto siamo tornati tutti a scuola: giocatori, allenatore, società, tutti"

Sulle possibilità di passare il turno: "In Ucraina con lo Shakhtar la partita decisiva e più delicata del calendario. Occhio però, le altre sono tutte più preparate rispetto a noi alla Champions, dove l'esperienza fa la differenza. Abbiamo provato a giocare le partite a Bergamo, ma a cena con la Uefa avevamo capito sarebbe stato impossibile. È poi scattata l'idea di San Siro ed è stata ottima, così poi abbiamo capito quanto è importante investire per sistemare lo stadio, servono requisiti specifici".

Sul Gewiss Stadium, nuovo impianto della Dea, che aprirà il 6 ottobre: "Sarà una grande emozione, tutti vogliono andare in Curva Nord, che sta venendo uno spettacolo. Vederla in foto non conta, i tifosi rimarranno storditi. Un grazie a Roberto Spagnolo che si sta dedicando 24 ore su 24 al nostro stadio".

Sulle partite di Champions a San Siro: "Ci ho anche giocato nel 1976 contro il Milan. Spero che ci siano 30mila bergamaschi e 10mila spettatori neutrali, è quello che posso prevedere. Da amante del calcio, io il City me lo andrei a vedere. Credo che ci sarà molto pubblico, considerando che i 3mila biglietti per Zagabria sono stati polverizzati".

Su Gasperini e il triplo impegno: "Il nostro a mister a vita? Firmerei adesso. Non so se è impossibile, di sicuro ogni anno ci si conosce meglio anche se talvolta si litiga, ma fa parte del gioco. Non ti fa mai adagiare, come lui fa coi giocatori. Per gestire tre competizioni serve essere forti di testa, ricordo sempre il discorso che feci alla squadra dopo la finale di Coppa Italia persa e prima di giocare con la Juve: eravamo tramortiti, ma man mano che parlavo gli vedevo cambiare faccia, e funzionò".

Sul figlio Luca Percassi, uomo mercato: "È oggi il nostro dirigente più importante, ogni tanto chiama ancora il papà perché siamo una bella squadra. Gli dò 8 o 9 come voto per il mercato effettuato. Abbiamo fatto muro per Ilicic e Zapata, non siamo mai entrati in trattativa con altri. Ad un certo punto avevo detto che il mercato sarebbe stato chiusissimo ma fu una bugia, altrimenti non finiva più...".

Sezione: Altre news / Data: Mar 17 settembre 2019 alle 12:30
Autore: Redazione TA
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