Centotrentatré milioni spesi, centonove incassati. Numeri che, da soli, raccontano la solidità di una società che non si limita a progettare ma realizza. L’Atalanta ha costruito un mercato estivo mirato, intelligente e coerente con la propria filosofia: rinnovarsi restando competitiva. Ora, alla prima sosta della stagione, è possibile tracciare un bilancio. E le scelte della dirigenza — da Sulemana ad Ahanor, passando per Krstovic e Zalewski — stanno già mostrando la loro efficacia.
SULEMANA, IL GIOIELLO DI JURIC – Kamaldeen Sulemana è stato il primo vero colpo dell’estate. Voluto da Ivan Juric, che lo conosceva già dal periodo a Southampton, il ghanese è arrivato in sordina ma ha saputo imporsi con velocità e determinazione. Le sue doti di dribbling e accelerazione erano note, ma il lavoro del tecnico croato sta incidendo soprattutto sulla concretezza: due gol e un assist nelle prime uscite stagionali lo certificano come una delle rivelazioni più brillanti della nuova Atalanta. L’assenza di Lookman, nei momenti iniziali della stagione, ha accelerato il suo inserimento. Ma il merito è tutto suo - analizza La Gazzetta dello Sport - : atteggiamento professionale, disponibilità al sacrificio e crescita tattica costante. Sulemana è passato dall’essere un progetto a essere una risorsa.
KRSTOVIC, IL CENTRAVANTI OPERAIO – L’addio improvviso di Mateo Retegui aveva lasciato un vuoto importante, ma Nikola Krstovic si è inserito con umiltà e fame. Arrivato dal Lecce, dove aveva dimostrato di saper capitalizzare ogni occasione, il montenegrino si è adattato rapidamente al sistema di Juric. Due gol e tre assist in campionato rappresentano solo la parte visibile di un contributo che va oltre le statistiche: pressing, sponde, sacrificio. Krstovic incarna lo spirito bergamasco, fatto di lavoro e determinazione. Ha ancora margini di crescita, ma la sua dedizione quotidiana convince tutti. L’impressione è che Juric abbia trovato un attaccante perfettamente funzionale al suo calcio.
AHANOR, IL TALENTO CHE NON HA PAURA – Tra le sorprese più luminose dell’inizio stagione c’è senza dubbio Honest Ahanor. Classe 2008, acquistato dal Genoa per circa 20 milioni tra parte fissa e bonus, ha bruciato le tappe con una maturità disarmante. L’emergenza difensiva lo ha catapultato subito in campo, ma il giovane difensore ha risposto con personalità e sicurezza da veterano. Fisicità, concentrazione e un coraggio raro nei ragazzi della sua età: Ahanor ha mostrato di essere pronto per palcoscenici importanti. A febbraio diventerà maggiorenne e potrà ottenere la cittadinanza italiana, ma la sua storia professionale è già iniziata. E a Bergamo, più che un prospetto, lo considerano già una certezza.
ZALEWSKI E MUSAH, LA PROFONDITÀ DELLA ROSA – Non solo i titolari: anche chi ha avuto meno spazio rappresenta un investimento azzeccato. L’infortunio di Zalewski, fermatosi a settembre, ha momentaneamente rallentato il suo inserimento, ma il suo impatto sulla corsia sinistra — fatto di gamba, intensità e qualità offensiva — sarà fondamentale nel prosieguo della stagione. Yunus Musah, invece, si sta ritagliando un ruolo da jolly prezioso. È entrato in quattro partite di campionato e ha giocato da titolare in Champions a Parigi, garantendo energia e disciplina tattica. La sua capacità di alternarsi tra fascia e centrocampo lo rende un elemento duttile e sempre utile.
UN’ATALANTA CHE GUARDA AVANTI – Il nuovo ciclo di Juric non nasce dal caso, ma da una programmazione chiara: investire su giovani di prospettiva, formarli in un contesto tecnico di alto livello e farli crescere senza pressioni. Sulemana, Ahanor e Krstovic sono la prova concreta di un progetto che funziona. L’Atalanta non ha semplicemente cambiato giocatori, ha costruito una nuova identità: più internazionale, più coraggiosa, ma con la stessa anima bergamasca di sempre. E se il buongiorno si vede dal mattino, la Dea di Juric ha già imboccato la strada giusta.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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