L'attaccante dell'Atalanta Mauricio Pinilla parla al Corriere della Sera toccando - oltre a quello della Coppa America - anche il tema della sua carriera: "Se ho rimpianti? Se per rimpianti s'intende la consapevolezza che avrei potuto fare di più, sì. Quando arrivai al Chievo, nel 2003, non avevo la testa. Credevo che solo gli scarsi si devono sacrificare per sfondare, e così pian piano sono andato a fondo. Soffrivo di tremende crisi di panico, sono stato anche in cura. Però zero droga. Chi mia ha salvato? Gli amici e soprattutto mia moglie Gissella. Sono ripartito dal Grosseto in B, grazie alla cocciutaggine del ds Iaconi. Da lì è ricominciato tutto, si è riaccesa la luce. Ma niente tristezze, la vita è un viaggio, l'importante è arrivare. Tardi per una grande? Per ora mi piacerebbe restare a Bergamo, città splendida. Poi però vediamo, il calcio non fa per me, basta ritiri. Ho già i miei affari: un ristorante a Santiago, imprese immobiliari. Servono case, in Cile".

Sezione: Altre news / Data: Sab 30 maggio 2015 alle 13:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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