L'Atalanta ha imparato a vincere anche senza Mattia Caldara. Il centrale difensivo più promettente d'Italia, già acquistato dalla Juventus, che nelle ultime due stagioni ha agito da ago della bilancia per la retroguardia di Gasperini. Senza di lui, 47 presenze tra le 30 della scorsa annata e le 17 di questa, i nerazzurri hanno perso ben 8 partite in Serie A, dimostrando come la sua presenza funga anche da deterrente per le avversarie. Nell'ultima gara lo ha sostituito, e bene, Gianluca Mancini, andato a segno fortunosamente, su azione d'angolo, trovando la prima gioia personale rimandata dopo la traversa contro il Cagliari, nella sconfitta per 2-1 dell'ultima di andata.

Ecco, lì Caldara non c'era. Come nelle ultime due gare, dove l'Atalanta è riuscita a mantenere la porta inviolata - anche con un po' di fortuna sul palo di Politano in apertura di secondo tempo al Mapei Stadium - e guadagnando sei punti fondamentali per l'Europa. Ritrovare continuità era la parola d'ordine per i bergamaschi, rimasti a bocca asciutta praticamente in tutte le gare fuori casa del girone d'andata, salvo poi infilare un filotto che può essere rimpolpato con il Crotone.

Per questo l'interrogativo può essere: dove arriverà un'Atalanta che, al momento, è distante otto punti dalla Champions? Difficile dirlo, anche se il prossimo filotto (8 gare in un mese) sarà decisivo. E lo sarà pure con Caldara e, soprattutto, Alejandro Gomez: il Papu ieri non è stato convocato e ha visto i compagni vincere senza di lui. Certo, l'argentino è la stella della squadra e non può essere messo in disparte. Ma deve riprendersi le redini dell'attacco.

Sezione: Copertina / Data: Lun 05 febbraio 2018 alle 17:00 / Fonte: Andrea Losapio - TMW
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com
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