Pierpaolo Marino, direttore dell'area tecnica dell'Udinese, è intervenuto ai microfoni di Radio 1, durante la trasmissione di Radio Anch'io Sport, iniziando dallo straordinario periodo di forma che stanno vivendo i bianconeri: "È una sorpresa, non accade tutti i giorni per una squadra come l'Udinese, può essere prevedibile per altre squadre, non per noi".

È l'anno buono per vedere vincere lo scudetto a una provinciale?
"Credo si riferisca più all'Atalanta che a noi, che siamo troppo freschi al ritorno in alto in classifica. Per molti anni non è stata una novità, all'inizio del millennio e alla fine dello scorso eravamo abitualmente nei primi 5 posti. Noi non ci pensiamo assolutamente, ragioniamo di partita in partita per capire con umiltà, grande determinazione e voglia di stupire dove si può arrivare".

Il ritorno in Europa può essere un obiettivo?
"Non è un obiettivo della stagione e non dobbiamo porceli per non stressare questa squadra, quest'ambiente, questo contesto che oggi vive una simbiosi totale e che si fida della squadra. Si sa che questa squadra, per le caratteristiche del suo allenatore e dei giocatori, lotterà partita per partita, senza regalare niente a nessuno, ma non mettiamo obiettivi di lunga gittata che dopo 7 giornate non si possono porre. Sotto la mia gestione ho già vissuto momenti del genere, anche con Sottil in campo, ma bisogna aspettare molto di più per consolidare le aspettative di una classifica e non 7 partite".

Come mai la scelta di Sottil?
"Sia la proprietà che io conoscevamo Sottil per i 4 anni che aveva giocato a Udine, aveva legato la sua presenza a grandi risultati dell'Udinese, però anche alle caratteristiche di un giocatore che era molto cattivo agonisticamente in campo, determinato e molto professionale negli allenamenti. Inoltre aveva leadership nello spogliatoio".

L'ultimo talento in ordine di tempo che ci ha mostrato l'Udinese è stato Bijol.
"È un giocatore che gioca da difensore adesso, ma lo faceva già da un anno a Mosca. Lo seguivamo da anni, i meriti di questi arrivi sono da condividere, anzi sono soprattutto del reparto scouting della società che, nel seguire Becao 4 anni fa, si era accorto di questo centrocampista che ha poi cambiato ruolo migliorando addirittura il suo profilo tecnico e il suo rendimento in partita".

Rinvigorire il movimento però un risultato importante di una provinciale.
"Con la famiglia Pozzo l'Udinese è stato tante volte in Champions e in Europa. Questi cicli ci sono quando c'è una proprietà così solida, così competente ed appassionata. Non dimentichiamoci che Giampaolo Pozzo ha costruito uno stadio di proprietà praticamente da solo e queste sono imprese che riescono solo a grandissimi imprenditori nel calcio, perché sapete come la burocrazia a volte sia anche invalicabile. Ho lavorato alla Roma con Dino Viola, la cui ossessione era fare lo stadio, ma nessuno glielo fece mai fare. Ancora oggi siamo lì con l'Olimpico ristrutturato e Roma e Lazio non hanno mai potuto fare lo stadio. Questa società, questa proprietà fa grandi imprese, però ora è un contesto così verde, così acerbo di prospettive che va tutelato, anche perché la nostra tifoseria in questo momento ha capito lo spirito della squadra, vive in piena simbiosi, quindi non andiamo a creare obiettivi che possono stressare sia l'ambiente, sia la squadra".

Sezione: Interviste / Data: Mar 20 settembre 2022 alle 00:09
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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