Resterà la rivelazione della stagione, forse dell'intera Serie A. Con ottime probabilità, il giocatore che più ha fatto la differenza - tra rendimento atteso ed effettivo - nella stagione trionfale dell'Inter. C'è un prima e c'è un dopo, però. Marcus Thuram, quello ammirato fino a metà febbraio, è stato al limite dell'inviolabile. I dieci gol e dieci assist in venticinque partite non bastano a rendere giustizia all'impatto dell'attaccante francese sul campionato italiano.
Dopo l'infortunio, e il dubbio che in qualche modo possa anche c'entrare lo stop forzato c'è, Tikus si è fermato. Senza fare drammi o processi, sono infatti cinque le partite consecutive di campionato, alle quali vi è da aggiungere il ritorno in Champions contro l'Atlético Madrid, in cui l'attaccante francese non ha trovato né la rete né l'assist, a meno di non considerare tale il rigore conquistato nell'ultima a Udine. Un digiuno inedito nella sua annata da incorniciare: senza Lautaro Martinez, squalificato questa sera contro il Cagliari, Simone Inzaghi si aspetta che venga interrotto.
Il dato che porta qualche interrogativo, però, è proprio quello legato alle partite giocate da Thuram senza Lautaro. In campionato sono state appena tre: Lecce e Genoa all'andata, Bologna poche giornate fa. Tutte concluse senza gol o assist anche da parte del francese, che pure nel 4-0 alla Salernitana ha dovuto attendere l'ingresso dell'argentino. Con Sanchez, che oggi dovrebbe essere il suo partner d'attacco, le statistiche crollano: in 342 minuti giocati insieme, si registra solo un assist di Thuram al cileno nel 3-3 contro il Benfica. Peggio in coppia con Arnautovic: il minutaggio condiviso scende a 190 minuti, gol e assist stanno a zero.
Numeri che non condizionarono in alcun modo il giudizio dell'Inter su Thuram e sul suo futuro. Definirlo da scrivere è decisamente eccessivo, anzitutto perché in viale della Liberazione, dove pure lavorano per aggiungere (Gudmundsson?) una quarta punta a lui, Lautaro e Taremi, non hanno alcun’intenzione di privarsene e alcun interrogativo sulle qualità di Marcus. Sul quale, d'altra parte, pende una clausola da 95 milioni di euro. Basterebbe anche un'offerta leggermente inferiore - improbabile si scenda sotto gli 80 - per far vacillare la dirigenza su quella che del resto sarebbe una plusvalenza da Oscar.
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