Nel frenetico teatro del calciomercato invernale, l'Atalanta ha deciso di adottare una strategia conservativa. Una scelta che, seppur prudente, non manca di sollevare dubbi: è stata saggezza o un'occasione mancata?

SAGGEZZA O IMMOBILISMO? Il detto popolare ci insegna che "Non si cambia una squadra che vince", e l'Atalanta sembra aver preso alla lettera questo mantra, scegliendo di non scuotere il proprio assetto nel mercato di gennaio. Tuttavia, la storia ci ha insegnato che il coraggio a volte premia, e la prudenza dei bergamaschi potrebbe nascondere una certa mancanza di ambizione.

LA QUESTIONE DEL RINFORZO Il dibattito si accende quando si considerano i movimenti di squadre rivali, con la Juve che tenta di potenziarsi con acquisizioni mirate come Koopmeiners. L'Atalanta, dal canto suo, si è limitata a perfezionare un'operazione già nell'aria, portando a casa Hien dal Verona. Un colpo sì mirato, ma forse non sufficiente per colmare le lacune emerse nella prima metà di stagione.

UN MERCATO CHE INTERROGA L'addio di Zortea e la permanenza di giocatori come Bakker e Musso pongono interrogativi sulle strategie di mercato adottate dalla società. Si poteva fare di più per scuotere una rosa che, nonostante le recenti soddisfazioni, ha mostrato alcuni limiti, soprattutto in Europa?

UNA ROSA CON TROPPI NOMI? Con il ritorno di Lookman e il recupero di Touré, l'attacco atalantino rischia di trovarsi in una situazione di ingorgo. Inoltre, la vicenda Muriel rimane una spada di Damocle sulla squadra: un rinnovo non ancora concretizzato e il rischio di un addio a costo zero.

La Dea chiude quindi il mercato con più ombre che luci, tra la conferma di un approccio cauto e la sensazione di aver potuto osare di più. La prudenza è d'obbligo, ma il calcio è anche il gioco del rischio e, a volte, è nel rischio che si nasconde la chiave del successo. Nel calmo mare del mercato atalantino, ci si chiede se non fosse il caso di sollevare un po' più di onde.

Sezione: Copertina / Data: Ven 02 febbraio 2024 alle 16:15
Autore: Lorenzo Casalino / Twitter: @lorenzocasalino
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