L'attaccante Guido Marilungo sta per tornare a calcare i campi della Serie A con addosso la maglia dell'Atalanta. Emozioni, sensazioni, pensieri, racconti, promesse: i mesi seguenti all'operazione al ginocchio effettuata dal Prof. Cerulli del bomber marchigiano di Silvio Pagliari, che proprio ieri è tornato in gruppo ed ha anche disputato la partitella, mostrando subito di essere in buone condizioni. L'attaccante nerazzurro si è raccontato per il sito della Player Management, l'agenzia a cui fa capo il suo procuratore Silvio Pagliari.
Guido, ormai sei rientrato in gruppo. Quanto ti mancano le sensazioni e le emozioni della partita "vera"?
"Tanto. Mi mancano veramente tanto. Alla fine è quello il bello del calcio: la partita vera, ufficiale, non quella di allenamento. Sono sensazioni ed emozioni che mi mancano parecchio".
Da un punto di vista caratteriale, pensi che l'infortunio, la riabilitazione e il recupero ti abbiano fatto maturare ancora di più?
"Sicuramente un po' sì. È stata un'esperienza, anche se brutta, che mi ha fatto crescere. Nella vita si impara sempre da ogni evento, sia da quelli positivi che da quelli negativi. Tutto ciò mi ha fatto maturare e mi ha permesso di capire quanto è brutto rimanere fuori, anche perché si è trattato del mio primo infortunio serio".
Cosa ti passava per la testa in quegli attimi in cui eri disteso a terra dolorante sul prato di San Siro?
"In quegli istanti ero molto arrabbiato, e pensavo: 'ma che sfortuna, proprio adesso che stavo facendo molto bene dopo che a inizio stagione ero rimasto spesso ai margini'. L'ho capito subito che avevo rotto il ginocchio e dentro di me mi dicevo: 'no, proprio adesso no!'".
Subito dopo l'operazione invece?
"Erano momenti in cui ero più tranquillo, e ho detto: 'va bè, ormai è fatta, facciamo passare presto questi sei mesi e via'. Ho cercato di prendere la situazione allegramente, pensando solo a lavorare duro. Paradossalmente il mese più duro è stato l'ultimo, perché sapevo che c'ero quasi e non vedevo l'ora di riprendere, invece i primi cinque li ho vissuti molto serenamente".
E adesso che sei rientrato in gruppo, cosa provi?
"Beh, oltre ad avere tantissima carica in corpo, e non potrebbe essere altrimenti, provo anche un po' di curiosità. Mi sento bene, sto quasi per rientrare e voglio mettermi a disposizione del mister e della squadra, e sono curioso di vedere quanto riuscirò subito a dare il mio contributo. Un gran voglia invece ce l'avevo anche prima, figuriamoci adesso!"
Hai svolto tutto il percorso riabilitativo a Firenze. Raccontaci nel dettaglio la giornata tipo dell'estate toscana di Guido Marilungo.
"Sveglia alle 8 e colazione; alle 9 prendevo il taxi e mi recavo al centro riabilitativo Prosperius del Prof. Stefano Fiorini, mi cambiavo, facevo le mie solite quattro chiacchiere con i ragazzi della struttura e dalle 10,15 alle 14 svolgevo le mie consuete sedute, prima del pranzo. Poi dalle 15 alle 19 di nuovo sotto a lavorare. Alle 19 riprendevo il taxi e me ne tornavo in albergo. Tutto questo dal lunedì al venerdì, da aprile ad agosto".
Gli altri calciatori erano in vacanza, tu invece a lavorare. Cosa pensavi a tale proposito nel corso delle giornate fiorentine?
"Che un po' ero dispiaciuto, avevo voglia anche io di andare al mare, a pesca, in vacanza. Ma poi mi rendevo conto che ero lì per me stesso e non per fare un piacere a qualcun altro, quindi l'ho fatto tranquillamente e basta".
Era il 17 marzo, pochi giorni prima di quel maledetto Inter-Atalanta, sei mesi fa. Alla domanda sulla Nazionale rispondesti che la maglia azzurra era un sogno e che avresti cercato di fare più gol possibili per conquistarla. È ancora nei tuoi pensieri?
"La penso esattamente come sei mesi fa: alla maglia della Nazionale ci si spera sempre, è il sogno di ogni giocatore quello di poter rappresentare il proprio Paese. Ma non ti regala niente nessuno. Devi dimostrare tanto, far bene ogni settimana con la tua squadra e poi, forse, arriva la convocazione. Perciò prima penso a far bene con l'Atalanta".
Quali sono state le persone che ti sono state più vicine in questi mesi?
"Sono state tante. Mia moglie, mio padre, i miei fratelli, tutta la mia famiglia, gli amici più cari, diversi compagni di squadra, oltre naturalmente al mio procuratore Silvio (Pagliari, ndr), e tutta l'Atalanta, da Percassi, il Presidente e suo figlio Luca, ai Direttori Marino e Zamagna, il mister e il dottore: tutti non mi hanno fatto mai mancare il loro sostegno".
Ora l'attualità. L'Atalanta è partita bene, annullando presto la penalizzazione e sbancando anche San Siro. Che ruolo reciterà Marilungo nella stagione dei nerazzurri?
"Innanzitutto sono rientrato a far parte del gruppo e perciò, guardando a brevissimo termine, punto a rientrare in campo il prima possibile in partite ufficiali. Voglio assolutamente dare il mio contributo, un enorme contributo."
Di certo la concorrenza non mancherà nel reparto offensivo orobico...
"Sia per noi che dovremo guadagnarci il posto che per il mister non sarà semplice. Ma è normale. Ogni squadra, soprattutto nella massima serie, ha i suoi giocatori forti. Sono andati via Gabbiadini e Tiribocchi, due grandi attaccanti, e sono arrivati De Luca e Parra. Grande concorrenza, ma da parte mia nessunissimo problema, rientra tutto nella norma e non mi sto affatto a preoccupare. Se non c'era una concorrenza simile voleva dire che la squadra non era stata costruita bene".
I tifosi della Dea ti hanno sempre dimostrato la loro vicinanza. Cosa ti senti di promettere loro?
"Una promessa sola, ma che sin da ora sono sicurissimo di mantenere. Non sto a parlare di maglietta sudata, di lottare e via dicendo: Guido Marilungo ogni volta che giocherà andrà in guerra per l'Atalanta, ripeto, in guerra, cercando sempre di far bene e di aiutare la squadra a vincere".
Chi metti in prima fila per lo scudetto?
"La Juve ora come ora parte davanti a tutti, ma il campionato è appena iniziato. Mi piace la Roma, anche se si è fatta sorprendere domenica dal Bologna, e mi piace l'Inter, che sta facendo bene salvo la sconfitta interna proprio con la Roma. Comunque la Juve ha qualcosa in più".
Come vedi le squadre italiane in Europa? Il nostro calcio può tornare protagonista?
"Lo spero proprio, ci hanno messo da parte e ci hanno criticato. Quelle europee sono competizioni strane, non si sa mai come va a finire, speriamo che il nostro calcio con bravura ed un po' di fortuna riesca ad arrivare fino in fondo. Non siamo così finiti o arretrati come ci hanno descritto".
I buoni propositi di Guido Marilungo per il 2012/2013.
"Non voglio pensare ai buoni propositi adesso. Torno a giocare e poi a fine anno tireremo le somme".
Autore: TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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