Siamo entrati nel vivo. La corsa scudetto vivrà due settimane di fuoco. Non che finora non sia stato entusiasmante, ma questa lotta punto a punto fra Inter e Napoli (con l’Atalanta sullo sfondo eventualmente pronta ad approfittare di cali) sta diventando sempre più appassionante.
Ormai qualsiasi cosa può servire per spostare gli equilibri.
Non a caso tutto viene pesato, forse anche eccessivamente. La sconfitta nerazzurra a Firenze (sicuramente inattesa non tanto per il risultato quanto per la prestazione) sembrava dovesse aprire una crisi senza fine per l’Inter. Così come i due pareggi consecutivi del Napoli, arrivati in modalità completamente differenti per forma e sostanza, sembravano testimoniare una squadra ormai con il fiatone non pronta a gestire un finale di stagione così intenso.
Ovviamente ci sono anche gli episodi arbitrali che sposteranno e concentreranno le attenzioni dell’opinione pubblica. Alcuni errori (vedi per esempio il pallone uscito nella partita di san Siro, di lunedì sera) sono macroscopici e si portano dietro una serie di considerazioni che vanno addirittura oltre la lotta scudetto. Sicuramente nell’immediato c’è un condizionamento, non fosse altro che degli umori della giornata. Non vorremmo neanche ripetere la solita frase fatta che alla fine torti e favori si compensano, perché magari non è neanche così. Così come non vogliamo andare dietro alle solite dietrologie trite e ritrite per cui ci devono sempre essere dei favoriti dagli arbitri o dal cosiddetto sistema. Semplicemente gli errori (anche quelli gravi) fanno parte del gioco. Di sicuro essere svantaggiati da enormemente fastidio, soprattutto in epoca di VAR, e questo è un tema di cui bisognerà prima o poi discutere, ma non solo per la lotta al vertice. Per i protocolli e per l’uniformità di giudizio su alcuni casi (ora assolutamente disomogenea: anche se poi l’omogeneità assoluta non potrà esistere).
Ci sono anche gli infortuni (e di riflesso il mercato) che entra nella lotta scudetto. Prendete l’infortunio di Neres, tanto per capirci meglio. Il Napoli a gennaio dopo la cessione di Kvara non è riuscito a fare quello che avrebbe voluto. L’esterno su cui fare l’investimento non è arrivato, Saint Maximen che pooteva essere la coperta gradita a tutti non si è incastrato. E così è arrivato Okafor che ha bisogno in primis di riscoprire sé stesso, dopo essersi perso al Milan.
Ora ci sarà bisogno di lui, per le prossime partite. E così ci sarà modo di giudicare veramente come può aver funzionato il mercato ma con il parametro del campo. Ma soprattutto, senza nascondersi, sarà un ulteriore banco di prova per Conte e per il suo gruppo: un picolo elemento di difficoltà in più in una corsa serrata.
Ma perché proprio ora inizia il bello? Non lo era stato finora, con l’Inter che doveva recuperare una partita (poi persa) e con un Napoli che doveva invece giocare delle partite complicate (che poi ha vinto) una via l’altra?
Tutto in realtà ruota intorno allo scontro diretto di inizio marzo: tutti l’abbiamo cerchiato sul calendario. Ma per arrivarci ci sono partite non banali, a partire dal prossimo turno di campionato. L’Inter che deve affrontare la Juventus e il Napoli che andrà a far visita alla Lazio. Poi, se vogliamo - almeno sulla carta - un turno interlocutorio (Como-Napoli e Inter-Genoa) per poi arrivare allo scontro diretto. Ma i nerazzurri prima dovranno anche vedersela con la Lazio in coppa Italia: quindi una “fatica” in più per la squadra di Inzaghi.
Non sarà uno spartiacque. Ma in questi 15 giorni è condensato di tutto. E’ condensato il testa a testa, gli scontri diretti, un avversario in comune sebbene in competizioni diverse, il “solito” vantaggio di non avere distrazioni dal campionato, la “solita” rosa lunga da cui pescare a differenza dell’avversario. Ci sono due squadre con due tifoserie che sono (o sono state) gemellate e che incontreranno i rivali. Ci sono due allenatori (Vieira e Baroni) che affronteranno squadre in cui hanno giocato e vinto campionati. Ci sono particolari che quindi determineranno questa corsa.
Non sarà decisivo ma sarà molto importante. Dopo quella partita ne mancheranno altre 11. Sono 33 punti in palio, non pochi. Ma saranno pesantissimi: sia per chi starà davanti che per chi starà dietro. E tutti quei particolari di cui abbiamo parlato finora saranno ancora sotto la lente d’ingrandimento. Ora che è iniziato il conto alla rovescia, godiamoci lo spettacolo.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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