Quanto costa l’eliminazione dalla Champions dell’Inter? Rispetto all’anno scorso è abbastanza semplice da calcolare. Due tutti esaurito a San Siro, un diciotto milioni per difetto. Più i premi della UEFA, altri quindici. Più sicuramente una bella mazzata per quanto concerne i diritti da ridividere in base al market pool. Stando bassi un 40-45 milioni. Non male considerando che sono, di fatto, cinque partite. Vero è che un ottavo di finale si può vincere e si può perdere, però farlo così ha certamente un altro sapore. Pensare di avere la qualificazione in pugno, sia all’andata che al ritorno, è una bella mazzata. Fin qui, il conto economico del campo. Ora c’è quello da fare fuori. Perché nelle ultime settimane si è parlato molto spesso di Inter che non dovrà cedere nessun big, di rifinanziamento con Oaktree, di stadio, di Zhang che arriva e invece assomiglia molto a Godot. Delle due l’una: o possiamo credere a qualsiasi cosa ci dicono, oppure le cose stanno diversamente. L’Inter ha chiuso un bilancio in negativo di parecchi milioni (85), un risultato discreto considerando l’anno precedente (140) e quello ancora prima (255). Sì, tutto bello: arrivi alla finale di Champions League, vendi Onana facendo completamente plusvalenza e sei comunque ben distante dallo zero. Quindi, considerando che i costi saranno gli stessi e sperando che i 40-45 milioni di buco della Champions vengano riassorbiti dallo sponsor, ecco che probabilmente bisogna cedere almeno (almeno!) un pezzo grosso nella prossima estate. Di più: Zhang - che, sottolineiamolo un’altra volta, non torna dalla Cina - avrebbe i margini di manovra per rifinanziare con Oaktree. Bene, ma come? A meno che non trovi un subentrante nel prestito (qualcuno ha detto PIF per il Milan? Ne parliamo dopo), sembra davvero quasi impossibile. Oppure a Oaktree non interessa l’Inter per i tantissimi debiti poi da ripianare? Perché in qualche modo, prima o poi, qualcuno dovrà pagare… Poi c’è la faccenda stadio che è sempre più grottesca, ma siamo in Italia e la colpa non è certo dei dirigenti. Come non lo è attualmente delle condizioni in cui versa l’Inter che, di fatto, pare non avere una proprietà solida. Si può dire?

Poi, appunto, c’è il Milan. Avevamo dato in anteprima la notizia che PIF poteva prendere il posto di Elliott - anche perché RedBird non avrebbe, usiamo il condizionale di questi tempi, nessuna intenzione di vendere, almeno secondo fonti interne - nel suo vendor loan, diventando di fatto un creditore del Milan. Nelle pieghe resterà da capire come sarà il nuovo rapporto di forza fra le parti, anche se sembra una discreta lotta di potere. Che gli arabi volessero entrare nel calcio italiano si è capito, che il Milan sia forse più interessante dell’Inter - in tema di brand, soprattutto, ma anche per un capitolo stadio che sembra più avanti (e debiti molto inferiori) - anche, che qualcosa si stia muovendo pure. Poi gli scossoni in un affare come questo ci sono e ci saranno, resterà da capire quale potrà essere l’oscillazione: se Cardinale a fine 2025 rende i 672 milioni che deve avrà tutto il Milan, nella passata stagione è arrivato un pari di bilancio che però è dovuto a San Siro con le semifinali di Champions e relativi premi, oltre alla cessione di Tonali per 80 milioni di euro. Qual è il giocatore che costa di più nella rosa del Milan? È l’unico che può essere venduto per avere certe cifre? La prima risposta è facile, la seconda no: Leao e no. C’è anche Maignan che il Milan non vuole vendere, ma può permettersi il passaggio da 2,8 milioni agli 8 che chiede il giocatore (facciamo 6,5 come Leao) per un giocatore che si avvia verso la trentina e non avrà mai un mercato come quello di quest’estate? La risposta, in un mondo ideale, sarebbe no. Ma Donnarumma ha salutato a 0 e Onana a 55, il calcio non ha troppe regole

Sezione: Calciomercato / Data: Dom 17 marzo 2024 alle 13:06 / Fonte: Andrea Losapio
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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