Vito Mannone è uno di quei giocatori che di strada ne ha fatta, eccome se ne ha fatta. Cresciuto nelle giovanili dell'Atalanta è, infatti, approdato all'Arsenal all'età di soli 17 anni. Da lì in poi un'alternanza tra formazione giovanile, prestiti all'Hull City, ed infine la tanto agognata prima squadra. Il portierone classe '88, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ricorda la sua esperienza nelle giovanili di Zingonia: "Avevo cinque anni. Ero molto giovane, ma avevo un fisico già sviluppato e sembravo più grande. Mio padre voleva iscrivermi, all'inizio c'erano problemi perché ero troppo piccolo e non credevano alla mia data di nascita. Servirono dei documenti. Tre anni dopo, prima mi appoggiarono alla Juve Cusano. Due match in due giorni, finché mi aggregai ai Pulcini nerazzurri. Intorno al Natale 2004, mi contattarono per un provino dopo avermi visto contro il Brescia. Non potevo dire nulla all'Atalanta e trovai qualcosa di speciale. A 16 anni mi allenai con campioni come Bergkamp, Campbell, Henry, Pires... Emozione incredibile. Prima chiesi all'Atalanta quali fossero i loro piani. Non volevano puntare su di me, come avevano già fatto per altri compagni come Consigli, Brivio o Tiboni. Forse ora sarebbe diverso, ma lì mi dissero che non c'erano margini. Devo ringraziare altrimenti non sarei qui".

Il suo obiettivo, è poi quello di tornare magari un giorno in Italia: "Giocarmi il posto da titolare. Voglio essere il numero uno dell'Arsenal. In un futuro tornare in Italia e giocare in Serie A, magari con la maglia del Milan, la mia squadra del cuore. E poi la Nazionale, già provata a livello giovanile ma con i grandi è un'altra cosa".

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mer 10 ottobre 2012 alle 20:00
Autore: Enea Zampoleri / Twitter: @EZampoleri
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