Dalla nebbiolina della storia recente dell'Atalanta, ecco sbucare un pennellone dinoccolato perso nell'attimo fuggente dei ricordi. Ovvero un album con poche istantanee, a giudicare dalla presenza mordi & fuggi in nerazzurro. La statura troneggiante, quel gol alla Fiorentina in casa che aveva fatto sperare nella vittoria prima della disilusione finale e la doppietta contro il Palermo, rigorosamente di testa. L'arma proibita di Gianvito Plasmati, e visti i 199 centimetri di simpatia scevri di ingredienti particolarmente appetibili non potrebbe essere altrimenti. Oggi il Sasso di Matera spegne 29 candeline da centravanti di una Nocerina in cerca del paracadute che la salvi dalla retrocessione in Lega Pro. E lì, dal basso di un ruolo da titolare a lungo inseguito sul palcoscenico che conta e mai veramente trovato se non al piano di sotto. Colpa di un malinteso rigore personale nel trattare i propri affari, e di quel lungo tira e molla con il Catania, ovile dove aveva fatto ritorno consumando il rendez-vous tra mille scene mute e tentativi di liberarsi di un rapporto divenuto ormai una prigione.

Non che i sei mesi trascorsi a Bergamo dal lucano col fisico da giocatore di pallacanestro siano stati negativi a tutto tondo, anzi. La media di un pallone infilato in fondo al sacco ogni quattro presenze (12 complessive), in quella seconda metà di stagione 2008/2009 che avrebbe preceduto il mai troppo rimpianto addio alla Maresana di Gigi Delneri, racconta di un professionista puntuale nel scrivere a referto quanto i suoi obblighi contrattuali di attaccante gli imponevano. Di lui, l'uomo che al giro di corsa precedente era diventato famoso per aver imbroccato il paio gol della vita, all'Inter e poi alla Juve, il tifoso e il giornalista rimembreranno con piacere altri click imperdibili. D'una leggerezza quasi insostenibile, figli di un carattere scanzonato che completa un ritratto da anti-divo per eccellenza: le sortite dal cancellone di Zingonia a bordo di una Smart che faticava a contenere il nostro in soluzione unica, e le pantagrueliche abbuffate all'aperitivo di beneficenza del duo dal cuore d'oro Floccari-Coppola, con il lungagnone seduto dietro il bancone a devastare metà menù su una sola mano, camicia hawaiana e sorrisone d'ordinanza esibito a profusione quanto le strette di mano agli sconosciuti. L'inimitabile, insostituibile Gianvito Plasmati. In alto i calici, sicuri che a vuotarli tutti d'un fiato non esiterebbe nemmeno un nanosecondo. 

Sezione: Auguri a... / Data: Sab 28 gennaio 2012 alle 10:00
Autore: Simone Fornoni
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