Doveva essere la notte del rilancio, l'occasione per urlare a Palladino "ci sono anche io". Invece, la trasferta di Verona si è trasformata nel teatro di un disastro tecnico e tattico per Nikola Krstovic. Rispolverato titolare dopo quasi un mese da 'spettatore' (l'ultima volta il 9 novembre, nel giorno del capolinea di Juric), il montenegrino si è perso nella nebbia, metaforica e reale, confermando i dubbi che aleggiano su di lui da settimane. Ci si aspettava rabbia, fame, voglia di spaccare il mondo per spezzare un digiuno che dura dal 21 settembre. Abbiamo assistito invece alla prestazione di un corpo estraneo, incapace di dialogare con De Ketelaere e Lookman, e sistematicamente anticipato dai difensori scaligeri.

L'ASSIST AL NEMICO – L'analisi della sua gara non può limitarsi all'inconsistenza offensiva, ma deve focalizzarsi sull'episodio che ha, di fatto, affossato la squadra. Al 36', in pieno ripiegamento difensivo, Krstovic ha commesso un errore di concetto imperdonabile a questi livelli: un colpo di testa morbido, centrale, svogliato, su una rimessa laterale avversaria. Un "assist" clamoroso che ha armato il sinistro di Giovane per il 2-0. In quel gesto tecnico sbagliato c'è tutta la fragilità del momento: poca lucidità, poca cattiveria. La bocciatura all'intervallo è stata la logica conseguenza di 45 minuti da incubo.

LA DITTATURA DEL NUMERO 9 – Il dramma sportivo di Krstovic si acuisce se messo a specchio con la prestazione di chi ha preso il suo posto. Gianluca Scamacca, pur con le riserve di ossigeno in esaurimento dopo un tour de force massacrante, ha decisamente un altro passo. Appena entrato, l'attacco ha cambiato gravità: l'ariete romano ha riempito l'area, ha lottato, ha stampato un pallone all'incrocio dei pali e si è preso la responsabilità del rigore. La differenza è abissale: con Scamacca l'Atalanta ha un terminale, con Krstovic ha, purtroppo ad oggi, un vuoto. La squadra dipende totalmente dal suo bomber titolare e non riesce a trovare nel sostituto quelle garanzie minime per far rifiatare i big senza crollare.

VALIGIE PRONTE? – A questo punto, la questione non è più solo tecnica, ma strategica. L'Atalanta non può permettersi di affrontare tre competizioni con una sola punta di ruolo affidabile. Se Krstovic è questo – abulico, impreciso e sfiduciato – la sua posizione in vista di gennaio diventa inevitabilmente precaria. La società, sempre attenta alle dinamiche del gruppo, dovrà fare una valutazione onesta: insistere su un giocatore che sembra aver smarrito la via del gol (e del gioco) o intervenire sul mercato per dare a Palladino un'alternativa reale? Il tempo degli esperimenti è finito: chi non regge il peso della maglia nerazzurra, rischia seriamente di doverla svestire.

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Sezione: Calciomercato / Data: Lun 08 dicembre 2025 alle 02:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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