Italia-Inghilterra al Maradona di Napoli è sfida dal retrogusto argentino per corsi e ricorsi storici. Forse anche per questo non c'è gara che può prestarsi meglio all'esordio con la maglia azzurra di Mateo Retegui, argentino di nascita e di crescita. Centravanti di San Fernando che ha sempre vissuto a Buenos Aires. O almeno, aveva sempre vissuto a Buenos Aires fino alla scorsa settimana.
E' in Italia da soli quattro giorni e da quattro giorni non si fa altro che parlare di lui. "E' un centravanti classico, mi ricorda il primo Batistuta", ha detto ieri il commissario tecnico che ha subito alzato l'asticella. Retegui è la soluzione al problema del centravanti che accompagna Roberto Mancini praticamente da sempre, un problema oggi acuito dalle assenze di Immobile e Raspadori.

Già stasera il bomber del Tigre potrebbe partire dal primo minuto. E su di lui saranno accesi tutti i riflettori. Ma ciò che più fa riflettere è chi giocherà con lui. Venti mesi dopo la finale di Wembley, un anno dopo la disfatta di Palermo, l'Italia contro l'Inghilterra dovrebbe ritrovarsi in campo quasi esclusivamente con giocatori che hanno fatto parte della spedizione azzurra quasi due anni fa. Oltre a Retegui, l'unica eccezione sarà quel Lorenzo Pellegrini che all'Europeo non prese parte solo per un infortunio che costrinse il ct, in extremis, a chiamare Castrovilli.

Da Acerbi a Toloi. Da Verratti a Barella. Da Di Lorenzo a Berardi. Da Spinazzola a Jorginho. Roberto Mancini ha provato tutto e di tutti nel 2022, soprattutto lo scorso giugno. Ma non è una caso se il ritorno delle partite che contano coincide col ritorno della vecchia guardia. Vuol dire che di nuove certezze non ne sono emerse. Che il campionato, purtroppo, non ha prodotto il ricambio generazionale sperato.

Sezione: Italia / Data: Gio 23 marzo 2023 alle 15:36
Autore: Lorenzo Casalino / Twitter: @lorenzocasalino
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