Se ci mettessimo a pesare i trofei sulla bilancia, probabilmente il tavolo si spezzerebbe dalla parte loro. Perché stasera alla New Balance Arena non arriva solo una squadra di calcio, arriva un'enciclopedia vivente della vittoria Uefa. Un dato impressionante che L'Eco di Bergamo ribadisce, descrivendo e richiamando la storia del club inglese: a Montecarlo, giusto a fine agosto, li hanno premiati come l'unico club ad aver vinto tutto ciò che c'era da vincere, comprese le coppe che non esistono più. Due Champions, due Coppe delle Coppe, due Europa League, la Conference e pure le Supercoppe. Hanno fatto "bingo" in Europa e poi, giusto per gradire, sono andati a prendersi il titolo di Campioni del Mondo triturando il PSG negli Stati Uniti.

Fa impressione? Certo che sì. Ma la storia, quella vera, ci racconta che non sono sempre stati questi giganti. E noi bergamaschi, che le cose ce le siamo sempre sudate, sappiamo bene che i giganti, a volte, hanno i piedi d'argilla.

Dalle minigonne di King's Road ai miliardi di Abramovich. C'è stato un tempo, nemmeno troppo lontano – parliamo della "notte dei tempi" calcistica pre-anni '90 – in cui il Chelsea era famoso più per le vetrine che per i gol. Era il regno di King's Road, delle provocazioni punk di Vivienne Westwood e delle minigonne di Mary Quant. Un quartiere all'avanguardia, un passo avanti a tutti nelle tendenze, mentre il calcio annaspava nel vecchio Stamford Bridge tra un up&down dalla seconda divisione e l'altro.

Poi qualcosa è cambiato. Prima Ken Bates che salva la baracca, poi l'arrivo dei nostri: Zola (ribattezzato Magic Box, e ci mancherebbe), Vialli, Di Matteo. Lì hanno iniziato a capire che si poteva vincere anche col pallone e non solo con lo stile. Ma il vero salto nell'iperspazio è arrivato nel 2003: arrivano i russi, arriva Roman Abramovich e il quartiere alla moda diventa "Chelsky". Miliardi sul tavolo, Mourinho in panchina e una bacheca che inizia a riempirsi fino a scoppiare, spesso parlando italiano con Ancelotti, Conte e Sarri.

Loro sono una potenza economica mostruosa, una multinazionale che fattura sogni e acquista campioni come fossero figurine. Noi siamo l'Atalanta e stasera proveremo a spegnergliela, quella luce, in campo a Bergamo.

Rispetto per la bacheca, ci mancherebbe. Rispetto per chi ha vinto tutto. Ma stasera i trofei restano a Londra, in campo ci vanno le gambe e il cuore. E su quello, non temiamo confronti con nessun miliardario d'oltreoceano.

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Sezione: L'avversario / Data: Mar 09 dicembre 2025 alle 15:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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