L'onda lunga della Champions si abbatte sul campionato, ma questa volta serve remare controcorrente per arrivare al porto. Se contro il Chelsea era servita una ripresa da urlo per ribaltare il mondo, contro il Cagliari l'Atalanta deve fare i conti con la fatica e con la paura, prima di esultare. Alla fine, il tabellino dice 2-1: un risultato che rilancia le ambizioni europee e porta la firma indelebile di un uomo solo, capace di sconfiggere l'influenza e le difese avversarie.

LA CURA PALLADINO E IL BOMBER RITROVATO – Raffaele Palladino ringrazia il suo numero 9. Gianluca Scamacca decide il match con una doppietta da centravanti vero, confermando che il "balsamo" del tecnico funziona eccome. Come successo con Kean a Firenze, l'allenatore nerazzurro sembra aver toccato le corde giuste per rivitalizzare il bomber della Nazionale. Il primo gol è un prodigio di intuizione: un tacco visionario per deviare in rete il diagonale di Zappacosta. Il secondo è pura fame di gol: su una mezza girata ciccata dopo un cross di Samardzic, la palla resta lì e lui anticipa tutti. Una prestazione che vale oro in ottica azzurra, in attesa della primavera.

IL FUTURO È GIÀ QUI: PALESTRA COME HAKIMI? – Tra le pieghe della partita - approfondisce La Gazzetta dello Sport -, Zingonia si gode un pezzo pregiato del suo patrimonio, anche se indossa la maglia avversaria. Marco Palestra, di proprietà atalantina, ha incantato la platea. Schierato da Pisacane, il laterale ha mostrato un repertorio completo: devastante quando attacca, solido quando (nella ripresa) è stato arretrato per mettere la museruola a un cliente scomodo come Lookman. La stampa lo paragona già a un «Hakimi italiano»: difende e attacca con la stessa intensità. Un messaggio chiaro per il futuro della fascia destra nerazzurra.

DOMINIO E SPRECHI – Il rimpianto dell'Atalanta è non aver chiuso la pratica nei primi 45 minuti. Un primo tempo di dominio assoluto, in cui solo le parate di Caprile hanno tenuto a galla gli ospiti. Il tridente formato da De Ketelaere, Scamacca e Lookman è parso una furia: combinazioni veloci, inserimenti costanti di Kolasinac e Zappacosta, un ritmo insostenibile per la difesa sarda. Ma nel calcio, se non uccidi la partita, la partita rischia di uccidere te.

LA REAZIONE SARDA E IL BRIVIDO – Nella ripresa, il copione cambia. Complice la stanchezza europea dei padroni di casa e l'infortunio di Djimsiti, il Cagliari alza la testa. Le mosse di Pisacane (dentro Prati e Gaetano, passaggio al 4-3-3) pagano dividendi. Il pareggio è un gioiello di qualità: tacco di Gaetano, triangolo chiuso con Esposito e piattone vincente del fantasista. L'1-1 gela lo stadio e premia il coraggio di chi, pur lottando per la salvezza, non rinuncia a giocare a calcio.

CUORE E VAR – Ma l'Atalanta di oggi ha un'anima d'acciaio. Ferita nell'orgoglio, la Dea si riversa in avanti e trova il nuovo vantaggio con la zampata di Scamacca. Finita? Nemmeno per sogno. Il finale è sconsigliato ai deboli di cuore: il Cagliari, sbilanciato con quattro punte, trova il gol del 2-2 con Luvumbo in pieno recupero. L'urlo dei sardi, però, resta strozzato in gola: il fuorigioco di Folorunsho, autore dell'assist, salva Carnesecchi e regala tre punti vitali a Palladino.

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Sezione: Primo Piano / Data: Dom 14 dicembre 2025 alle 07:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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