Ci sono storie che vorresti non finissero mai, specie quando hanno scritto pagine memorabili. Quella tra l’Atalanta e Gian Piero Gasperini è sicuramente una di queste, ma ora più che mai si avverte che qualcosa sta finendo. E la sconfitta contro la Lazio ha dato tutta l'impressione di essere la definitiva conferma.
UN SOGNO SFUMATO
Lo aveva dichiarato lo stesso Gasperini appena qualche settimana fa: «Ci vorrà qualcosa di straordinario, qualcosa che vada ancora oltre le nostre possibilità». E in quelle parole c’era tutta la consapevolezza della difficoltà estrema dell'obiettivo scudetto. Il k.o. con la Lazio è stato solo l’ultimo passo di un percorso che, a conti fatti, aveva già subito una battuta d’arresto decisiva con l’Inter. Ora resta una sola missione: difendere almeno la zona Champions League, evitando crolli ulteriori e cercando di concludere con dignità un percorso comunque straordinario.
ERRORI E STANCHEZZA: SEGNALE D'ALLARME
Più che la sconfitta, tuttavia, a colpire è stato l'episodio del cambio sbagliato al minuto 74: entra Samardzic ed esce Lookman anziché Ederson, errore di incomprensione tra «Ade» e «Ede», parole simili ma dal significato tattico completamente diverso. Un evento surreale per un club di Serie A, figuriamoci per una squadra fino a poche settimane fa ancora in corsa per il titolo. A fine gara lo stesso Gasperini ha provato a sdrammatizzare («Abbiamo sbagliato pure i numeri, era proprio giornata no») ma l'episodio resta sintomatico di una stanchezza mentale evidente.
UNA STAGIONE OLTRE I LIMITI
Eppure, nonostante il finale in calando, questa stagione resterà nella storia atalantina come una delle più incredibili - rimarca e ricorda rivistaundici.com -: mai prima d’ora, neppure negli anni d’oro della Champions, l’Atalanta era apparsa così vicina al sogno tricolore, tanto da riuscire a mascherare le proprie difficoltà fino alla straordinaria vittoria per 4-0 in casa della Juventus. Gasperini, ancora una volta, ha saputo inventarsi una squadra competitiva a prescindere dalle partenze, dalle polemiche e dagli alti e bassi inevitabili nel calcio. Stavolta però, complice la stanchezza fisiologica di un gruppo spremuto al massimo per nove stagioni, la magia si è esaurita.
UN DIVORZIO ANNUNCIATO
Che il ciclo di Gasperini a Bergamo stesse arrivando a naturale conclusione era chiaro ormai da mesi. Il tecnico lo ha detto apertamente, non più interessato a un rinnovo oltre il 2026. Antonio Percassi, presidente dal cuore romantico, continua a ripetere che spera di trattenerlo, ma le sue parole suonano ormai come un estremo tentativo di rinviare un addio inevitabile. L’Atalanta deve guardare avanti, oltre il decennio più bello della sua storia recente. Il futuro sarà diverso, forse anche migliore, ma certamente non potrà più contare sul marchio di fabbrica che Gasperini ha impresso in questi anni.
UNA LEGGENDA DA PRESERVARE
Ora, però, l'importante è non perdere tutto. Sarebbe imperdonabile buttare via una stagione intera, rischiando anche il traguardo minimo della Champions. Gasperini e i suoi ragazzi meritano un finale diverso, degno di ciò che hanno saputo costruire insieme. Un’ultima sfida, forse la più difficile: chiudere con orgoglio, dando ai tifosi atalantini il ricordo di un'epoca indimenticabile.
Perché alla fine, se anche tutte le storie hanno una conclusione, quelle straordinarie meritano un ultimo, degno applauso.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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