TREVIGLIO - "Il calcio sta declinando, soprattutto nelle categorie inferiori che hanno introiti nemmeno lontanamente paragonabili a quelli delle elette. E' ora di dire basta ai dirigenti improvvisati che si affermano solo perché portano sponsor e soldi: il rapporto va rovesciato, sono le società a doversi muovere, creare coesione intorno a un progetto e ad agire per coagulare interessi a livello locale". Dei tanti passaggi,  questo è sicuramente il più significativo del convegno sul mondo del calcio e dintorni ospitato venerdì primo aprile da Qcom nella sede sociale di Treviglio. Autore, immancabilmente, l'avvocato Cesare Di Cintio, che sta perfezionando a Coverciano la sua solida formazione manageriale in materia di gestione dei front office societari e ha organizzato la kermesse con il contributo di Banca Generali S.p.A., T.Italia, un media partner d'eccezione come Bergamo & Sport e Onis S.r.l., grazie anche all'interessamento della DIR.SPORT (Dirigenti Tecnici Sportivi non professionisti di Bergamo e Brescia).

Marketing, pubblicità, partnership, fund raising e sinergie fra imprese vogliose di investire nei divertimenti del fine settimana. Ecco la materia della discussione, il cocktail di diversi elementi che opportunamente shakerati tra loro potrebbero aprire molte strade all'universo dilettantistico del pallone, sull'esempio di altre discipline che sembrano averne tratto profitto: il titolo della full immersion a casa della nota società di telecomunicazioni, "La sponsorizzazione: il calcio a lezione dagli altri sport", non nasce per caso. Ed è così che possono costituire modelli di riferimento e pietre di paragone preziose la birra Effenbert di Mario Bertuccio, che sta facendo  proseliti con l'omonima scuderia di superbike capitanata dal ceco Jakub Smrz - assistito dal mind coach Emanuele Arioli, editorialista di TuttoAtalanta.com e insigne psicologo dello sport - fino ad ottenere un trenta per cento in più di venduto dall'inizio della sua avventura. Oppure la IFL, la lega di football americano - il cui responabile comunicazione è il bergamasco Mauro Milesi - che divide fra dieci team oneri ed onori di uno sport ancora ai margini del Coni dopo il boom degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.

A casa nostra non mancano i case history di relativo successo come la Blu Basket Treviglio sponsorizzata da Comark ma anche dai padroni di casa ("Tutto ha avuto inizio cinque anni fa grazie a Clyde Insogna, il general manager, che è venuto a cercarci dandoci fiducia", le parole di patron Aurelio Bertocchi). Un sodalizio che secondo il vicepresidente Gianfranco Testa "ha fidelizzato e coinvolto un pool di imprese che credono nelle finalità sociali di una realtà fortemente radicata sul territorio" . C'è la quasi analoga esperienza - a livello di terza serie: A dilettanti per i primi, B per i secondi - nel volley maschile dell'Agnelli Olimpia Bergamo abbinata alla Trawel Fly, rappresentata nell'occasione dall'amministratore delegato e direttore generale Luca Bilotta. E il calcio? Beh, fatta salva la felice parentesi non certo nostrana dell'Hellas Verona, che in Lega Pro presenta incassi, numero di fan e merchandising a livello di una squadra di classifica medio-bassa di A, valgano per tutti le indicazioni dell'immancabile legale-ex arbitro-consulente: "Servono obiettivi, idee, progetti e capacità di fare sistema con la godibile varietà di soggetti del mondo economico-produttivo interessati a investire - è il succo del messaggio di Di Cintio -. Lo sponsor non è una spugna da spremere per tamponare le falle di bilancio, ma un amico e un fedele alleato da conquistare alla propria causa attraverso un felice matrimonio tra la ricerca della visibilità di quest'ultimo a livello locale e la capacità della dirigenza di far pesare il proprio marchio. Che poi rappresenta la ragion d'essere, il miglior biglietto da visita, l'enunciazione di uno scopo, della cosiddetta mission". Impossible? No, speriamo di no. 

Sezione: Altre news / Data: Sab 02 aprile 2011 alle 08:30
Autore: Simone Fornoni
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