Di quel magico 2 giugno 1963, sotto le stelle del firmamento calcistico radunate nel cielo sempre speciale di San Siro, i tifosi e gli appassionati di calcio sono soliti rammentare la tripletta con cui Angelo Domenghini spianò all'Atalanta la strada della conquista della Coppa Italia. Ma in quella scatenata banda agli ordini dell'allenatore faentino Paolo Tabanelli, che portò in bacheca l'unico trofeo finora conquistato dalla Dea matando il Toro di Ferrini (autore del gol della bandiera) per 3 a 1, c'era anche Mario Mereghetti, "cervello" della squadra dell'epoca che spegne oggi ben settantatré candeline. Accanto allo spietato incontrismo di Veneri e alle ripartenze stantuffate della gamba lesta danese Nielsen, la maglia numero 10 nel reparto di centrocampo era saldamente sulle sue spalle. E alla fine fu gloria anche per lui, insieme a Pizzaballa, Pesenti, Nodari, Veneri, Gardoni, Colombo, Domenghini, Nielsen, Calvanese e Magistrelli che completavano la formazione titolare di quel mitico incontro.

Nato a Ossona (Milano) il 3 maggio 1938, Mereghetti agiva sostanzialmente da mezz'ala di punta in un calcio che si accingeva - con gli anni '60 - ad abbandonare il vecchio "sistema" per adottare il libero (nel caso dei nerazzurri, lo spazzino d'area Gardoni). Cresciuto nelle giovanili dell'Inter, vi disputò tre stagioni, quasi mai da titolare, tra il '55 e il '62 intervallate da un prestito all'Udinese. A Bergamo, giunto nell'estate del 1962, rimase quattro annate piene, con 125 presenze e 9 reti, per poi concludere la carriera con le casacche di Lazio, Varese e Lecco. 

Sezione: Auguri a... / Data: Mar 03 maggio 2011 alle 11:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com.
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