Forse era proprio il 9 marzo a Torino che il destino dell'Atalanta si è invertito: quel roboante 4-0 sulla Juventus aveva fatto credere ai nerazzurri che lo scudetto fosse possibile. Eppure, da quel giorno, qualcosa nella squadra di Gasperini si è inceppato, portando i bergamaschi a perdere progressivamente identità e forza. Più che bruciare gli avversari, la Dea ha iniziato a consumare se stessa, mettendo in serio pericolo anche la qualificazione alla Champions League.
LAZIO, VITTORIA DA SVOLTA
La Lazio arrivava al Gewiss Stadium con le stesse preoccupazioni dell’Atalanta - scrive La Gazzetta dello Sport -, forse addirittura con una crisi più profonda alle spalle. Ma il calcio è fatto di episodi, e la squadra di Baroni ha saputo cogliere la sua occasione con una freddezza chirurgica, capitalizzando al meglio l'unica vera chance costruita. Isaksen, subentrato decisivo, ha sfruttato un clamoroso pasticcio difensivo della coppia Hien-Kolasinac, regalando ai biancocelesti non solo tre punti fondamentali, ma soprattutto una rinnovata fiducia in vista del delicato derby e dei quarti di Europa League.
IL PROBLEMA GOL È ORA UN TABÙ
L'Atalanta di Gasperini, celebre negli ultimi anni per il gioco spettacolare e le valanghe di reti, adesso vive un paradosso: non segna più. Contro la Lazio, nonostante oltre quaranta minuti per reagire allo svantaggio, ha prodotto solo un tiro debole di Zappacosta e un colpo di testa fuori misura di Brescianini. Retegui, capocannoniere che avrebbe potuto cambiare l’inerzia della gara, ha sprecato l'unica occasione limpida sullo 0-0 calciando addosso al portiere Mandas.
CAMBIO ERRATO E CONFUSIONE TOTALE
Non bastasse la crisi di risultati e di reti, ieri Gasperini ha pagato anche una clamorosa svista durante un cambio: invece di richiamare Ederson, la panchina nerazzurra ha erroneamente sostituito Lookman, togliendo così dal campo una delle poche potenziali fonti offensive. Una situazione che simboleggia perfettamente il caos tecnico e mentale in cui si trova oggi la squadra.
I NUMERI DELLA CRISI
Le cifre negative si accumulano impietosamente: dal 22 dicembre scorso, data dell’ultimo successo casalingo contro l’Empoli, la Dea ha inanellato sette gare senza vittorie al Gewiss Stadium, segnando appena quattro gol in quattro mesi e restando a secco nelle ultime quattro partite interne consecutive. Numeri che non si vedevano dal 2004, così come le tre sconfitte consecutive senza reti, assenti dal 2014. Cifre pesanti, che disegnano una parabola in discesa preoccupante.
DIFESA SOTTO ACCUSA
Non solo l'attacco è sotto la lente di ingrandimento: anche la difesa, fino a dicembre solida e concentrata, ora sembra smarrita e vulnerabile. Gli errori individuali stanno costando carissimo, come nel caso di Hien, protagonista in negativo nelle ultime tre partite contro Inter, Fiorentina e ora Lazio. E così, ciò che era una macchina quasi perfetta rischia di compromettere un’intera stagione.
COSA RIMANE DEL SOGNO?
La classifica, paradossalmente, non è ancora compromessa, ma il crollo verticale di gioco, fiducia e risultati pone un interrogativo inquietante: è ancora possibile immaginare quest’Atalanta in Champions League? È ancora Gasperini l'uomo giusto per ridare entusiasmo e identità a una squadra che sembra essersi improvvisamente persa?
La risposta potrebbe arrivare presto, forse già domenica col Bologna. Ma il tempo sta scadendo e i margini di errore ormai non ci sono più.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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