Cristian Chivu non è uomo da barricate, né in campo né a parole. Alla vigilia di una notte che profuma di storia contro il Liverpool, il tecnico dell'Inter sceglie la via della consapevolezza e dell'orgoglio, costruendo ponti emotivi più che muri difensivi. Reduce dal convincente successo sul Como che ha ridato ossigeno e morale, l'allenatore romeno si appresta a sfidare i Reds senza lasciarsi distrarre dalle turbative esterne, come il "caso Salah" che agita il Merseyside. La sua Inter, bandiera del calcio italiano in Europa negli ultimi lustri, è pronta a ribattere colpo su colpo, consapevole che l'intensità inglese è una bestia difficile da domare, ma non impossibile.

ORGOGLIO TRICOLORE E QUESTIONI ALTRUI – In conferenza stampa, Chivu ha tracciato una linea netta tra ciò che conta e il chiacchiericcio. Il caos legato all'esclusione di Salah? «Problemi loro, anche noi abbiamo i nostri», ha tagliato corto, preferendo concentrarsi sul pedigree europeo della sua squadra. «La mia Inter porta in alto la bandiera italiana da tempo», ha rivendicato con fierezza. «Non si giocano due finali di Champions e una di Europa League in cinque anni così facilmente, è un percorso che andrebbe elogiato». Sulla possibilità che questa sfida cancelli le scorie della passata eliminazione a Monaco, il tecnico resta pragmatico: «Difficile valutare cosa abbiano dentro i giocatori, ma vedo l'impegno quotidiano».

IL DNA INGLESE E LA RINCORSA – Il confronto tattico vivrà sul filo dell'intensità, quella vista a tratti contro il Como e marchio di fabbrica del calcio d'Oltremanica. Chivu è lucido nell'analisi: «L'intensità fa parte dell'identità del Liverpool e del calcio inglese in generale. Loro nascono così, per noi replicare quei ritmi non è facile, bisogna capire i momenti della gara». L'obiettivo è emularli, ma con le armi tattiche della scuola italiana.

L'UMILTÀ DI MARCUS E LA TRAPPOLA REDS – Accanto al mister, Marcus Thuram ha mostrato la maturità del leader silenzioso. Nessun volo pindarico, nemmeno quando gli chiedono se si senta tra i primi cinque bomber al mondo: «Ad oggi non penso di esserlo. Lavoro per essere la migliore versione di me stesso, la classifica non spetta a me farla». Il francese, recuperato dall'infortunio («È passato, sto bene»), mette in guardia l'ambiente dal considerare il Liverpool una preda facile vista la crisi: «Tutti dicono che è il momento buono per affrontarli, ma forse no. Hanno tanti campioni». La disponibilità è totale: «Farei anche il centrocampista per aiutare la squadra».

FEBBRE AKANJI E SCELTE DI FORMAZIONE – Dal campo arrivano notizie agrodolci. Il dubbio principale riguarda Manuel Akanji, fermato da un attacco febbrile: la sua presenza è appesa a un filo. Chi non riposa mai è Francesco Acerbi: «Recupera subito, può giocare partite ravvicinate», ha assicurato Chivu, che dovrebbe schierarlo al centro con Bisseck e Bastoni. Sulla fascia destra, orfana di Darmian e Dumfries, si va verso il ritorno di Carlos Augusto, preferito a Luis Henrique e Diouf. E a chi chiedeva lumi sul titolare in quella zona, Chivu ha risposto con una battuta per stemperare la tensione: «Gioco io».

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Sezione: Champions League / Data: Mar 09 dicembre 2025 alle 08:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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