Il sorriso tirato a fine gara racconta più di mille analisi tattiche. Gian Piero Gasperini ha ottenuto ciò che voleva: i tre punti contro il Genoa, il controsorpasso sulla Juventus e quel quarto posto che profuma di Champions League. Ma negli occhi del tecnico di Grugliasco, mentre analizza il 3-1 dell'Olimpico, c'è già il riflesso della prossima tappa. Una tappa non banale, anzi, "la" tappa. Il 3 gennaio si torna a casa, in quella Bergamo che per anni è stata il suo regno indiscusso. Tra la soddisfazione per una Roma ritrovata e l'attesa per l'amarcord, Gasp lancia messaggi chiari: la sua squadra ha un'identità forte e arriverà a Bergamo per giocarsela, lasciando i sentimenti negli spogliatoi appena l'arbitro fischierà l'inizio.

RITORNO AL PASSATO – Inutile girarci attorno, il pensiero corre veloce verso il 3 gennaio. L'incrocio con l'Atalanta non sarà mai una partita come le altre per chi ha scritto la storia del club orobico. Gasperini abbassa la maschera da duro e confessa l'umanità del momento: «Sarà emozionante e piacevole. A Bergamo ho vissuto qualcosa di straordinario, rivedrò tanta gente che mi ha voluto bene». Ma attenzione a pensare a una gita di piacere. Il "Professore" avverte: «Sarà una partita di calcio importante. Qui a Roma sto bene e rispetto a inizio stagione la squadra ha acquisito un'identità e delle convinzioni più forti».

LA JOYA È INTOCCABILE – Se l'Atalanta dovrà temere qualcuno in particolare, quel qualcuno ha il nome di Paulo Dybala. Gasperini ne parla come di un totem, spazzando via ogni dubbio sul suo utilizzo: «Dybala, se non è infortunato, con me gioca sempre - riferisce La Gazzetta dello Sport -. La Roma non ha altri giocatori di una qualità così alta come la sua». L'elogio è totale, anche tattico, riferendosi alla prestazione offerta partendo da sinistra: «Quando Paulo sta bene, viene fuori un gioco d'attacco importante. Ma va bene anche a mezzo servizio, perché a noi serve sempre». Un avviso ai naviganti per la difesa nerazzurra: il 21 giallorosso sarà il pericolo pubblico numero uno.

SORPASSO E IDENTITÀ – La vittoria sul Genoa serviva come l'ossigeno dopo un periodo di appannamento (tre ko in quattro gare). Gasp si gode la reazione: «Ci siamo mossi bene davanti, creando parecchio. Dispiace solo per il secondo tempo, dove la qualità è un po' scaduta, ma questi tre punti sono fondamentali: ci ridanno il quarto posto con un buon vantaggio su chi insegue». La Roma ha rimesso la freccia sulla Juve e si presenterà a Bergamo forte di una classifica che sorride e di certezze ritrovate.

BASTONE E CAROTA PER EVAN – C'era curiosità per la gestione di Ferguson, criticato aspramente la settimana scorsa e ieri in gol. Gasperini usa la sua classica tecnica psicologica: «Evan ha giocato quasi sempre. Non è questo il punto, ciò che conta è non sbagliare l'atteggiamento». La prestazione dell'attaccante è stata promossa: «Mi ha soddisfatto, è stata una buona risposta. Il ruolo di centravanti della Roma è pesante, qui sono passati campioni di grandissimo valore. Lui è giovane, se segue questa strada potrà crescere».

IL REALISMO SU KONÉ – Infine, un passaggio su Koné, autore di una prova maiuscola. Qui esce tutto il pragmatismo gasperiniano, quella schiettezza che a Bergamo conoscono bene: «Bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno. Koné è un nazionale francese, un titolare e ha caratteristiche straordinarie. È vero, potrebbe segnare di più, ma se facesse pure tanti gol difficilmente sarebbe alla Roma, giocherebbe in club ancora più importanti».

Gasperini arriverà al Gewiss Stadium con il cuore gonfio di ricordi ma con la testa fredda di chi vuole vincere. La sua Roma è un cantiere che inizia a funzionare e lui, l'architetto, non vede l'ora di mostrare alla sua ex "creatura" quanto è ancora capace di stupire. Sabato sera non sarà una partita per cuori deboli.

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Sezione: L'angolo degli ex / Data: Mar 30 dicembre 2025 alle 08:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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