Il pareggio senza reti contro lo Slavia Praga lascia l’amaro in bocca e una serie di interrogativi. Per l’Atalanta, quello di mercoledì è stato il sesto pari stagionale, il secondo 0-0 consecutivo e, soprattutto, il più deludente, arrivato nella gara sulla carta più agevole della fase campionato di Champions League. La squadra di Ivan Juric resta solida e imbattuta, ma la sensazione è che il bicchiere sia più mezzo vuoto che mezzo pieno. I rammarichi non mancano e il problema è chiaro: l’attacco non segna più.
TROPPI PAREGGI, POCHI GOL – La Dea non sta sbandando, difende con ordine e concede poco, ma la sua produzione offensiva non è all’altezza delle ambizioni. In campionato i numeri restano dignitosi — undici reti totali, terzo miglior attacco della Serie A insieme a Milan e Bologna — ma le statistiche ingannano. Sette gol sono arrivati in appena due partite, il 4-1 al Lecce e il 3-0 al Torino; nelle altre cinque, tutte finite in pareggio, l’Atalanta ha segnato solo quattro volte. Troppo poco per una squadra che, da anni, aveva abituato tutti a medie da fuoriclasse.
L’EREDITÀ DI RETEGUI – Il paragone con l’era Gasperini resta inevitabile e impietoso: mai, a questo punto della stagione, la Dea aveva segnato così poco. A pesare, probabilmente, è stato l’addio di Retegui, che nella scorsa stagione aveva garantito numeri da vero centravanti di razza. Il nuovo corso di Juric, più equilibrato ma meno verticale, non ha ancora trovato il suo finalizzatore. Scamacca è appena rientrato e cerca la miglior condizione, mentre Krstovic — due reti in dieci presenze — non ha ancora dato le risposte attese. Il montenegrino si muove, lotta, apre spazi, ma manca di precisione e freddezza sotto porta.
L’ATTESA PER LOOKMAN – In questo contesto, l’assenza del vero Ademola Lookman pesa come un macigno. Chiusa la lunga e rumorosa estate di mercato, il nigeriano non è ancora tornato il giocatore devastante visto nelle ultime stagioni. Nei 281 minuti giocati dal suo rientro, non ha prodotto né gol né assist, un dato anomalo per uno che in passato spostava gli equilibri da solo. Forse il peso delle settimane estive, forse una preparazione meno lineare rispetto ai compagni, ma la realtà è che Juric non ha ancora potuto contare sulla sua miglior versione.
UN RECUPERO ESSENZIALE – L’Atalanta ha bisogno del suo leader tecnico per ritrovare ritmo e concretezza. Lookman non è solo una fonte di gol: è un catalizzatore, un’arma tattica che permette alla squadra di alzare il baricentro e attaccare con più fluidità. Il croato lo sa e lo aspetta, consapevole che con un Lookman anche solo vicino ai livelli del passato, la Dea potrebbe tornare a vincere e a divertirsi.
LA STRADA DA RITROVARE – Dopo dieci partite ufficiali, la sensazione è duplice: l’Atalanta ha una tenuta difensiva da grande squadra, ma un attacco da cantiere aperto. Juric ha dato equilibrio e compattezza, ma ora serve coraggio e imprevedibilità. Le prossime partite diranno se questa Dea potrà riscoprire la sua anima offensiva o se resterà prigioniera dei pareggi. Una certezza, però, c’è: per sbloccarsi, servirà anche il fuoco di Ademola Lookman.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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