Alessandro Ruggeri riapre il libro dei ricordi e torna all'estate del 2009, quella delle grandi speranze e delle cocenti delusioni. L'ex numero uno atalantino svela i dettagli di un matrimonio, quello con Antonio Conte, nato sotto una cattiva stella ma conclusosi con un gesto di estrema dignità umana che in pochi conoscono.

SLIDING DOORS DI MERCATO - La storia dell'Atalanta avrebbe potuto prendere una piega ben diversa se quel "sì" fosse arrivato a giugno e non a settembre. Ruggeri non si nasconde e ammette che Angelo Gregucci fu, di fatto, una seconda scelta. Il vero obiettivo, il sogno proibito per la panchina, era proprio Antonio Conte. «La nostra prima idea era quella di avere lui», confessa l'ex presidente. A far saltare il banco fu la lealtà del tecnico salentino verso il Bari e la famiglia Matarrese, un legame che gli impedì di lasciare la Puglia in estate. Solo le successive dimissioni dai galletti riaprirono la porta per Bergamo, ma i tempi ormai erano, fatalmente, sbagliati.

IL FATTORE VENTRONE - Il rammarico più grande della proprietà Ruggeri non è tecnico, ma metodologico. Prendere Conte in corsa significò rinunciare alla sua arma segreta: la preparazione estiva. «Sapevamo cosa potesse dare dall'inizio, con una preparazione fatta in un certo modo dal compianto Ventrone» spiega Ruggeri. Arrivare a campionato iniziato, senza aver potuto forgiare la squadra con i carichi di lavoro del "Marine", compromise l'efficacia del credo contiano. «Siamo andati lunghi nei tempi», l'amara constatazione.

L'ADDIO DA UOMO D'ONORE - Ma è sul momento dell'addio che emerge la caratura dell'uomo. I risultati sul campo non erano disastrosi, la squadra non era in caduta libera, ma la frattura ambientale con la tifoseria rese la situazione insostenibile, obbligando la società al cambio. Qui Conte stupì tutti. Invece di attendere l'esonero e godersi lo stipendio stando a casa, scelse la via più nobile. «Sapeva che avrei dovuto licenziarlo e ha preferito dimettersi» rivela Ruggeri con affetto. «Ha rinunciato a tutti i soldi del contratto. Si è dimostrato, una volta di più, un uomo vero. Non è da tutti».

LO SGUARDO AL NAPOLI - Infine, un commento sul presente dell'allenatore, oggi alla guida del Napoli. Ruggeri si dice felice della sua permanenza in azzurro, sottolineando come la piazza partenopea sia l'habitat ideale per completare quel ciclo vincente che è nel DNA del tecnico. Una stima rimasta intatta, nonostante quel 2009 dolceamaro.

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Sezione: L'angolo degli ex / Data: Sab 06 dicembre 2025 alle 11:00
Autore: Daniele Luongo
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