L’Atalanta ha scelto Raffaele Palladino per inaugurare un nuovo ciclo dopo l’esperienza con Ivan Juric, e la decisione ha trovato ampi consensi nel mondo del calcio. Tra i primi a commentare la notizia, Adriano Ancona, giornalista del Corriere dello Sport, che ai microfoni di TuttoAtalanta.com ha espresso parole di grande apprezzamento per il nuovo tecnico nerazzurro: «Palladino ha brevettato uno stile, da tre anni a questa parte. L’Atalanta ha puntato su un allenatore completo e centrato, una garanzia. Anche a Coverciano viene portato come esempio per il suo approccio al lavoro e per la sua capacità di leggere il gioco. Nessuno in Serie A fa la differenza come lui: le ultime stagioni lo dimostrano chiaramente, ha sbriciolato record ovunque sia andato».
Quanto è significativa, secondo lei, la scelta di un profilo come Palladino per la continuità del progetto Atalanta?
«È una scelta di grande intelligenza. Palladino unisce mentalità e idee, due componenti che oggi fanno la differenza in un club che vuole ritrovare la propria identità. È nei tre migliori allenatori italiani in circolazione, senza dubbio. In un momento in cui la Dea aveva bisogno di serenità e rinnovamento, puntare su un tecnico come lui significa affidarsi a una guida che sa dare equilibrio ma anche ambizione. Chi vuole sanare una situazione si affida a Palladino: i fatti lo dimostrano».
Il suo lavoro a Monza e Firenze ha lasciato un segno profondo. Cosa ha reso Palladino così speciale anche in contesti diversi?
«La sua forza è stata la coerenza. A Monza ha costruito un modello, a Firenze ha risollevato una squadra che era in grande difficoltà. Il Monza, dopo la sua partenza, è crollato già a gennaio, mentre la Fiorentina aveva toccato il fondo prima che arrivasse lui. Ogni volta che si è affidato a un gruppo in crisi, lo ha rigenerato. Non solo tatticamente, ma soprattutto nella testa dei giocatori».
Molti pensavano che l’Atalanta debba per forza cercare un allenatore con l’idea di Gasperini. Palladino, comunque che s'ispira, invece rappresenta forse una rottura con il passato?
«Forse il problema, finora, è stato proprio quello: pensare che il nuovo tecnico dovesse per forza ricalcare lo stile Gasperini per garantire continuità. In realtà, con Palladino si cambia prospettiva. Ha le proprie idee di calcio, non si ispira a nessuno e soprattutto non si fa condizionare. È sempre stato un allenatore speciale perché è autentico: segue la sua visione e riesce a trasmetterla a chi lavora con lui».
Tra le qualità più riconosciute di Palladino c’è la capacità di valorizzare i giocatori. È una caratteristica che potrà rivelarsi decisiva anche a Bergamo?
«Senza dubbio. I giocatori dell’Atalanta capiranno presto il privilegio di essere allenati da Palladino. È un tecnico che sa parlare agli uomini prima ancora che agli atleti, e questo fa la differenza. Pensate a Daniel Maldini: solo con Palladino è riuscito a brillare, fino a conquistare la Nazionale. Molti giocatori, tra Monza e Fiorentina, gli devono la carriera. Non è un caso: ha un modo di lavorare che esalta il talento e fa emergere la personalità».
Ancona sottolinea il valore simbolico della scelta della Dea: «Con Palladino, l’Atalanta guarda avanti. È un allenatore giovane ma già maturo, con un’idea di calcio che guarda all’Europa. È una figura che unisce competenza, carisma e umanità. In un momento di transizione, rappresenta il profilo ideale per riportare la Dea al livello che le compete. Bergamo si accorgerà presto di aver scelto un tecnico che non si limita a gestire, ma costruisce».
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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