Ci sono abitudini che definiscono la grandezza di un club molto più di certi trofei in bacheca. Svegliarsi a dicembre o gennaio e trovarsi già seduti al tavolo delle grandi, saltando a piè pari le trappole dei turni preliminari, è diventata la normalità per l'Atalanta. Per il nono anno consecutivo, la Dea inizia il suo cammino in Coppa Italia direttamente dagli ottavi di finale, forte di uno status da "big" certificato dai piazzamenti in campionato. È la conferma di una nobiltà acquisita sul campo, un dominio territoriale che ha trasformato Bergamo in una delle capitali del calcio italiano. Ma attenzione, perché la sfida contro il Genoa alla New Balance Arena non è solo statistica: è un match che profuma di storia e di imprese leggendarie.

ABBONATI ALL'ÉLITE - Non è un caso, è programmazione. Dal lontano 2016/17 - analizza i dati statistici L'Eco di Bergamo -, i nerazzurri hanno sempre goduto della scorciatoia riservata alle teste di serie. Una continuità impressionante, mantenuta anche quando l'Europa è sfuggita, come nella stagione 2021/22 chiusa all'ottavo posto: l'ultimo vagone utile per mantenere il privilegio. Essere lì, puntuali, ogni anno, significa aver costruito una mentalità vincente che non conosce anni di transizione.

UNA SENTENZA AGLI OTTAVI - Quando si tratta di superare il primo scoglio, l'Atalanta si trasforma in un cecchino infallibile. I numeri degli ultimi otto anni sono impietosi per le avversarie: sette passaggi del turno e una sola macchia, quella sconfitta contro la Fiorentina nel 2019/20. Per il resto, è stato un monologo nerazzurro: dal Sassuolo (battuto due volte) al Cagliari, passando per Venezia e Spezia, fino al tennistico 6-1 rifilato al Cesena nella scorsa edizione. Nemmeno il fattore campo avverso ha fermato la marcia, come dimostra il blitz in Sardegna del 2018/19.

QUEL MIRACOLO DI MONDONICO - Se il presente parla di solidità, l'incrocio con il Genoa apre il cassetto dei ricordi più dolci e folli. È l'ottavo confronto tra le due squadre nella competizione, ma ce n'è uno che brilla di luce propria. Bisogna riavvolgere il nastro alla stagione 1997/98, quando sulla panchina sedeva l'indimenticato Emiliano Mondonico. Dopo un disastroso 3-0 subito a Marassi all'andata, la Dea sembrava spacciata. Al ritorno, però, andò in scena l'imponderabile: un 4-0 epico, con quattro reti segnate tutte nella ripresa da Lucarelli, Foglio, Sgrò e Carbone. Una "remuntada" che ancora oggi fa venire la pelle d'oca ai tifosi più esperti e che serve da monito: contro il Grifone, non è mai una partita banale.

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Sezione: I numeri / Data: Mer 03 dicembre 2025 alle 08:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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