Decifrare il Chelsea di oggi è un esercizio complesso, sospeso tra l'immagine di una corazzata capace di dominare in Europa e quella di una squadra fragile, che annaspa in Premier League. Per leggere tra le righe di questo avversario enigmatico, che domani sera calcherà il prato della New Balance Arena, ci affidiamo all'esperienza di Adelio Moro. L'ex centrocampista e profondo conoscitore di calcio internazionale traccia ai microfoni de L'Eco di Bergamo l'identikit di una formazione giovane, talentuosa ma fisicamente in debito d'ossigeno, offrendo a Palladino le chiavi di lettura per una notte che si preannuncia storica.

IL PARADOSSO LONDINESE – Arrivare a Bergamo con il biglietto da visita di un solo punto raccolto nell'ultimo mese fa storcere il naso ai puristi, ma guai a fidarsi delle apparenze. Moro fotografa così il momento dei Blues: «Non stanno benissimo, i risultati parlano chiaro: sconfitte con Sunderland e Leeds e un pareggio a Bournemouth. Ma attenzione alla genesi di questo calo». Il motivo, secondo l'osservatore, va ricercato nell'estate trionfale: «Vincere il Mondiale per Club ha dato a Maresca una credibilità immediata, bruciando le tappe, ma ha tolto alla squadra la preparazione pre-stagionale. Hanno vissuto di rendita sull'adrenalina iniziale, ora fisiologicamente pagano dazio. È un calo passeggero, figlio di quel trionfo estivo».

GENIO E SREGOLATEZZA – Nonostante le difficoltà, il valore assoluto della rosa non si discute. «Parliamo della squadra più giovane della Premier, una mina vagante capace di vincere contro chiunque ma anche di perdere la bussola improvvisamente», spiega Moro. «Li metto nella stessa categoria di Inter, Bayern o PSG: formazioni fortissime che ogni tanto sbandano». E i risultati in Champions (5-1 all'Ajax e 3-0 al Barcellona) confermano la doppia faccia, anche se «la gara coi catalani fa poco testo, giocata per metà in superiorità numerica».

LA SFIDA IN PANCHINA – Sarà anche un derby tattico tra due esponenti della nuova scuola italiana. Se Palladino ha studiato Arteta, Maresca vorrebbe emularne il ciclo vincente all'Arsenal. «Enzo non si farà ingannare dal ko dell'Atalanta a Verona», avverte Moro. «Sa benissimo che in Champions i nerazzurri si trasformano, come dimostrato a Marsiglia e Francoforte. Mi aspetto un Chelsea accorto, magari inizialmente prudente come fece l'Arsenal l'anno scorso a Bergamo. Per Palladino è il primo vero esame di prestigio internazionale».

IL GIALLO PALMER E LE FRECCE – Davanti c'è l'incognita Cole Palmer. Il gioiello da 37 gol in due anni rientra da un infortunio e a Bournemouth non ha brillato: «Non mi è piaciuto granché, potrebbe partire fuori», ipotizza Moro. Senza di lui e con Delap acciaccato, spazio a un tridente leggero e velenoso: «Neto centrale, supportato da Estavao e Garnacho. Massima allerta su questi due: puntano l'uomo e vincono spesso l'uno contro uno». Dietro, invece, solidità garantita da Fofana, Chalobah e dall'esterno Cucurella, inconfondibile per la chioma ma «ottimo interprete delle due fasi».

VERDETTO APERTO – La missione non è impossibile. «Se l'Atalanta tira fuori la prestazione europea, la partita è tutta da giocare», chiosa Moro. Un assist psicologico arriva dalla classifica: «Nessuna delle due ha l'acqua alla gola, la situazione nel girone è favorevole. Questo toglie l'assillo del risultato a tutti i costi e potrebbe aprire spazi interessanti».

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Sezione: Interviste / Data: Lun 08 dicembre 2025 alle 08:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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