Nel calcio ci sono vittorie che valgono tre punti e vittorie che ridefiniscono la consapevolezza di un gruppo. Il trionfo dell'Atalanta sul Chelsea, detentore del Mondiale per Club, appartiene a questa seconda categoria. Raffaele Palladino, architetto di una serata che resterà incastonata nella storia del club orobico, si presenta ai microfoni di Sky Sport con la lucidità di chi sa godersi il momento senza perdere di vista l'orizzonte. Due vittorie su due in Champions League sotto la sua gestione, un gioco coraggioso che ha accettato l'uno contro uno a tutto campo contro i velocisti inglesi e la dimostrazione che il passo falso di Verona è stato, si spera, solo un incidente di percorso. Tra l'elogio a una difesa imperforabile e la promessa di un "premio" speciale in caso di vittoria contro il Cagliari, ecco l'analisi del tecnico nerazzurro. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Mister, è una serata storica per Bergamo e per lei: due vittorie su due in Champions League, meglio di così non poteva iniziare. Tuttavia, c'è un patto con la squadra legato alla partita di sabato contro il Cagliari. Ci conferma che la gioia sarà completa solo con i tre punti in campionato?
«Avete riassunto tutto perfettamente. Sono molto felice perché è stata una serata magica vissuta davanti ai nostri tifosi, siamo davvero al settimo cielo. Abbiamo affrontato una squadra fortissima: sono rimasto sinceramente impressionato dalla loro qualità tecnica e dalla gamba dei loro giocatori, davvero di altissimo livello. Ma proprio questo dà ancora più valore alla nostra prestazione. Come ho detto ai ragazzi nel cerchio di centrocampo a fine gara, non possiamo permetterci di essere così "alterni". Voglio pensare che la sconfitta di Verona sia stata solo un episodio isolato. Dobbiamo mettere dentro ogni partita questo spirito, questo DNA atalantino. I ragazzi hanno interpretato la gara in maniera perfetta, pur avendo avuto un solo giorno effettivo per prepararla. Li ringrazio, perché giocare partite del genere ti fa crescere l'autostima. Ora godiamoci la serata, ma la testa deve andare subito a sabato: l'importante è il Cagliari».
Ora la Champions va in letargo fino a fine gennaio. Questo lasso di tempo senza impegni europei le consentirà finalmente di allenare la squadra sui principi di gioco e, soprattutto, di recuperare il terreno perduto in Serie A?
«Purtroppo, da quando sono arrivato un mese fa, abbiamo giocato ininterrottamente ogni due o tre giorni. Ho potuto lavorare pochissimo sui principi tattici in allenamento, ma abbiamo cercato di toccare i tasti giusti e i ragazzi sono stati bravissimi a recepire subito le richieste. Risalire in campionato è un obbligo, perché è nelle nostre corde e nelle nostre qualità. Ci tengo a fare un ringraziamento speciale a chi oggi non è entrato: penso a Brescianini, Samardzic, Hien, Maldini. Sono calciatori per noi molto importanti che, pur non giocando stasera, sono stati fondamentali nel permetterci di preparare bene la partita in allenamento. Cercherò di dare un'opportunità a tutti prima o poi, ma questa vittoria è merito di tutta la squadra, nessuno escluso».
Dallo studio Billy Costacurta sottolinea la prova monumentale della difesa. Non era facile reggere l'urto contro attaccanti così veloci e tecnici, eppure avete concesso pochissimo. È stata la chiave del match?
«Concordo pienamente con Billy. Studiando il Chelsea, e avendoli visti da vicino, vi assicuro che vanno fortissimo: hanno una fibra muscolare veloce, sono tecnici, rapidi, fanno contro-movimenti impressionanti e sanno giocare sia sul corto che in profondità. Sono una squadra completa e temibile. Oggi i miei difensori sono stati perfetti. Avevo chiesto una partita perfetta e dietro sono stati impressionanti: Kossounou, Kolasinac e Djimsiti hanno retto l'uno contro uno a tutto campo con un coraggio incredibile. Anche Toloi, quando è entrato, ha fatto benissimo. La squadra ha avuto il coraggio di accettare i duelli, perché se ci fossimo abbassati troppo loro ci avrebbero schiacciato col palleggio. Invece abbiamo preferito andarli a prendere forti in avanti: questo è ciò che l'Atalanta ha sempre fatto e ciò che dovrà continuare a fare».
A questo punto, guardando la classifica che vi vede davanti anche all'Inter, crede concretamente nella qualificazione diretta agli ottavi di finale?
«Vi dirò una cosa che può sembrare banale: non avevo nemmeno visto la classifica finché non me l'avete mostrata voi ora. Sinceramente, il mio focus adesso è tutto sulla classifica del campionato. Farò vedere quella alla squadra, non quella della Champions. Dobbiamo prendere consapevolezza che in Serie A siamo troppo indietro rispetto alle qualità che abbiamo. I ragazzi devono capire che prestazioni come quella di sabato scorso contro il Verona non devono più accadere. Lo spirito e l'atteggiamento devono essere sempre quelli di stasera, anche se so che non è facile mantenere sempre questa intensità mentale».
Sveliamo il segreto: qual è il premio promesso alla squadra in caso di vittoria sabato contro il Cagliari?
«Se vogliono un regalo, l'unico vero regalo per un calciatore sono i giorni liberi, perché per il resto hanno già tutto (ride, ndr). Questo è il miglior premio possibile, soprattutto quando il calendario è così fitto e non si stacca mai. Ma prima bisogna vincere sabato».
Pragmatismo e ambizione. Raffaele Palladino si gode l'impresa ma tiene i piedi ben piantati a terra, usando la vittoria contro il Chelsea come leva psicologica per raddrizzare la stagione in Serie A. Il messaggio al gruppo è chiaro: se sai battere i Campioni del Mondo, non puoi permetterti distrazioni in campionato.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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