Nessun alibi, solo una lucida e amara analisi della sconfitta. Nicola Zalewski si presenta ai microfoni nel post-gara del Bentegodi e fotografa senza filtri il passo falso della Dea: dalla mentalità sbagliata all'episodio arbitrale controverso, fino alla necessità di voltare subito pagina per la notte di Champions.

MEA CULPA SULL'APPROCCIO - C'è un pizzico di incredulità mista a rabbia nelle parole dell'esterno polacco. La trappola del Bentegodi è scattata e l'Atalanta ci è finita dentro con tutte le scarpe, tradita non dalle gambe ma dalla testa. «Sono stati più bravi sotto tanti punti di vista» ammette onestamente Zalewski ai microfoni di Sky. L'analisi si fa poi impietosa verso se stessi: «Noi siamo entrati un po' scarichi e abbiamo pagato questo atteggiamento un po' moscio. È un’analisi che va fatta assieme alla squadra e allo staff: sicuramente non è una cosa positiva, magari abbiamo sottovalutato la partita ma sono queste le gare che vanno vinte».

IL GIALLO DEL FALLO DI MANO - La partita però porta con sé anche strascichi polemici per un episodio chiave che ha spianato la strada agli scaligeri. Zalewski racconta la sua visione dal campo, evidenziando la confusione nella gestione arbitrale dell'evento: «Ho visto Lazar (Samardzic) che si lamentava per un tocco di mano, ma non ho visto benissimo. Rivedendo l'azione non sembra chiarissimo e la giustificazione data dall'arbitro non si capisce benissimo. Penso e spero che questo tocco non ci sia, ma il dubbio resta».

TESTA AL CHELSEA - Non c'è tempo per piangersi addosso, perché il calendario impone ritmi serrati e palcoscenici prestigiosi. Martedì c'è il Chelsea e la Dea deve dimostrare di avere gli anticorpi per reagire subito al ko. «Penso che questa squadra sia forte e non si farà condizionare da questa giornata» assicura l'ex Roma, suonando la carica per la sfida europea. «Da domani subito testa a martedì, ci aspetta una serata molto importante e non possiamo sbagliare l'atteggiamento».

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Sezione: Interviste / Data: Dom 07 dicembre 2025 alle 00:30
Autore: Daniele Luongo
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